Per Renzi grana inchieste Ncd: garantisti, ma valuteremo carte

Pd: "Parità di trattamento su Azzollini, per Genovese dicemmo sì"

GIU 10, 2015 -

Roma, 10 giu. (askanews) – La valutazione è che quella dell’attacco a Ncd per colpire il governo “non è la chiave di lettura giusta”, ma tuttavia Matteo Renzi e il Pd guardano con qualche preoccupazione all’ondata di inchieste che colpiscono esponenti Ncd (prima il sottosegretario Castiglione, oggi il senatore Azzollini). Ma non al punto di abbandonare la linea di sempre: “Garantisti, valutando però le carte”. In particolare sul caso di Azzollini, per il quale il Pd dovrà decidere come rispondere alla richiesta di arresti domiciliari della Procura di Trani.

Dal Nazareno spiegano che in questo caso “non è questione di garantismo, ma di merito dell’inchiesta”. E dunque “valuteremo le carte, esattamente come abbiamo fatto con il nostro deputato Genovese”. Insomma, il Pd rivendica di aver attuato sempre “parità di trattamento” con l’alleato Ncd: “E’ valso per il sottosegretario Castiglione, del quale non abbiamo chiesto le dimissioni, varrà per Azzollini: valuteremo le carte e decideremo”. Non solo: “Siamo già sotto il fuoco incrociato nel Lazio, non ci pare il momento di ‘salvare’ un politico per il quale le carte dovessero confermare l’esigenza di una misura cautelare”. E anche Renzi si dice assolutamente convinto” del fatto che “l’opera di pulizia iniziata” contro la corruzione “vada completata nel modo più duro e rigoroso possibile”. Non sembra dunque entrare per ora in ballo la valutazione politica sui numeri ‘ballerini’ del Senato, dove già l’Ncd ha mandato un segnale assentandosi dalla commissione Affari costituzionali al momento del parere sul ddl Scuola.

E infatti Renzi, nella giornata milanese segnata dall’incontro con Vladimir Putin, non dà segni di nervosismo né di voler rallentare: “Sono entusiasta del lavoro che abbiamo fatto in 15 mesi, ma non è sufficiente: finché avremo in Italia questo sistema fiscale e questo sistema di giustizia civile, io non mi posso accontentare”. Né a preoccupare il premier sono i due stop al governo in Senato sul ddl per l’omicidio stradale: se Brunetta grida al “Vietnam parlamentare”, nella maggioranza non vedono motivazioni politiche per i due voti di palazzo Madama, tanto più che il ddl viene approvato e Renzi può esultare su Twitter: “Era un impegno che presi quando ero sindaco”.

Ma visto che Renzi non intende rallentare sull’azione di governo, vanno sciolte una serie di questioni aperte da mesi, tra gruppo Camera, partito, Parlamento ed esecutivo. La prima, la sostituzione del dimissionario Speranza alla guida dei deputati Dem, dovrebbe chiudersi la prossima settimana con la promozione del vice Ettore Rosato; decisione che si lega alla conferma di Lorenzo Guerini e Deborah Serracchiani come vicesegretari del partito: “Un partito che vince le Regionali non cambia i suoi vertici…”, spiegava un esponente Pd. Ma sui rinnovi delle presidenze delle Commissioni di Camera e Senato , le indicazioni divergono: alla Camera “si farà presto anche quello”, in particolare per archiviare il Patto del Nazareno e dunque sostituire i presidenti di Forza Italia. Ma al Senato, magari proprio per il caos interno a Ncd, l’indicazione che arriva da fonti Pd è diversa: “Intanto devono arrivare a scadenza naturale, ovvero luglio, e addirittura a ottobre per le bicamerali, come l’Antimafia”. E poi “forse è meglio aspettare che passi la tempesta su Ncd e capire che succede…”. Quanto al reintegro delle caselle vacanti nella squadra di governo, in questo caso si potrebbe accelerare: “L’innesto di volti nuovi, con capacità comunicative spiccate, potrebbe essere un modo per riprendere un’immagine migliore”.