Cav dissimula semi-sconfitta: io federatore. Ma pressing Salvini

Telefonata tra i due, presto incontro. Fi in calo ovunque

GIU 1, 2015 -

Roma, 1 giu. (askanews) – “Destinato a rimanere in campo” perché solo in questo modo sarà possibile compattare il centrodestra.All’indomani della tornata per le Regionali, e del risultato di Giovanni Toti in Liguria, la grancassa di Arcore continua a celebrare Silvio Berlusconi e il suo tocco magico in campagna elettorale. L’exploit dell’ex direttore di Studio Aperto, d’altra parte, non solo aiuta a cambiare il segno di un voto che altrimenti sarebbe stato una debacle ma rappresenta anche una vittoria di quel cerchio magico che, ora più che mai, intende fare piazza pulita di vecchia guardia e frondisti.

Ma al di là della storia che viene raccontata, i dati sono piuttosto impietosi. Perchè Forza Italia riesce a stare complessivamente sopra il 10% ma rispetto alle Europee (unico dato comparabile) è in calo in tutte le Regioni in cui si è votato: tiene a malapena proprio in Liguria ma in Veneto è un vero tracollo. E, soprattutto, è ormai in maniera consolidata superata – o meglio doppiata – dalla Lega. Un problema che è ben chiaro a villa San Martino dove Silvio Berlusconi ha deciso di starsene rintanato oggi dando forfait anche al ricevimento al Quirinale per il 2 giugno al quale pure aveva annunciato di voler partecipare.

Poteva essere un’occasione per cercare di continuare a raccontare la storia di una Forza Italia che resta decisiva, ma alla fine l’ex premier evidentemente non ne ha avuto voglia. La parola chiave, certo, resta quella di minimizzare lo strapotere della Lega ai danni degli azzurri. “Non vedo conflitto tra noi e la Lega, ma – si affretta a dire Renato Brunetta – una sana concorrenza”.

Berlusconi è convinto, non senza qualche buona ragione, che il leader del Carroccio sia un grande comunicatore ma che da qui ad avere l’anima del federatore ce ne corra. Ed ecco che torna in campo lui. Il numero uno leghista però continua a provocare: non devo “convincere Berlusconi” sul ruolo dominante del Carroccio all’interno del centrodestra, “è un uomo saggio, i numeri – sottolinea – li legge come li leggo io”. I due oggi si sono sentiti e potrebbero tornare a vedersi presto. Il tema in campo è ovviamente quello della leadership, il nodo quello delle primarie: il centrodestra potrebbe fare una prova generale in occasione della scelta del sindaco di Milano.

“Uniti si vince” è il motto dietro il quale dentro Forza si cerca di nascondere il problema che si è indiscutibilmente materializzato in queste ore. Ossia: come sopravvivere a una legge elettorale come l’Italicum che spinge al listone unico e allo stesso tempo non essere definitivamente fagocitati da Salvini? Perché cambia – e come – se il centrodestra sarà a trazione leghista o moderata e cambia – ovviamente – anche in termini di distribuzione dei seggi “sicuri” ossia quelli affidati ai capilista bloccati.

Nel paradosso di questa tornata elettorale in cui una quasi sconfitta è stata trasformata in una quasi vittoria, ci sta pure che, mentre si continua a parlare della necessità di federare tutto il centrodestra, all’interno del partito sia definitivamente arrivata l’ora della resa dei conti. Ad Arcore si festeggia il risultato non lusinghiero di Raffaele Fitto in Puglia: il suo candidato Francesco Schittulli, è vero, è arrivato prima di Adriana Poli Bortone ma la lista che porta il suo nome si è fermata al 9,3% mentre Forza Italia ha ottenuto il 10,8%. Non solo: il cerchio magico si gode la sua vittoria anche in Toscana dove le migliori performance sono quelle ottenute dai candidati ‘vicini’ a Deborah Bergamini. “E’ la fine dell’era Verdini”, è il commento. I prossimi giorni potrebbero essere quelli delle scissioni: quella scontata di Fitto e quella possibile proprio del senatore toscano.