Oggi sì Camera a riforma scuola: via 5X1000, 100 mila assunzioni

Nella notte concluso esame emendamenti.Giannini convoca sindacati

MAG 20, 2015 -

Roma, 20 mag. (askanews) – Concluso nella seduta notturna il voto degli emendamenti l’aula della Camera si appresta a dare il primo via libera alla riforma della scuola. Il voto finale al ddl che prevede l’assunzione di circa 100 mila precari a partire dal primo settembre, maggiori poteri per i presidi, limite di 36 mesi per i contratti di supplenza e un fondo di 200 milioni di euro all’anno per premiare il merito dei docenti, è fissato per le 13.

E’ stata stralciata la norma sulla possibilità per i contribuenti italiani di finanziare la scuola, pubblica o paritaria, con il 5 per mille. Questione molto contestata dalle opposizioni e anche dalla minoranza Pd che il governo ha deciso di togliere dal tavolo e di ripresentare – è la promessa del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – una volta trovate “coperture aggiuntive” e all’interno di un provvedimento di natura fiscale come la legge di stabilità. La novità è stata accolta positivamente dalle opposizioni parlamentari, ma anche dalla Rete degli studenti e dai sindacati della scuola, Cgil in testa, che sono stati convocati dalla Giannini per lunedì al Miur e che chiedono ulteriori “importanti modifiche” alla legge nel passaggio al Senato. La discussione a Palazzo Madama, peraltro, avrà tempi forse ancora più serrati che a Montecitorio – c’è da considerare anche la pausa per le elezioni amministrative – perchè per essere a regime dal prossimo anno scolastico la riforma dovrà essere licenziata dal Parlamento entro la metà di giugno.

Il premier Matteo Renzi ha ribadito che il blocco degli scrutini “sarebbe un errore clamoroso che va contro i ragazzi e le famiglie”, però i sindacati sono “liberi di farlo”, di scioperare. Intanto è in corso alla Camera una riunione della minoranza dem che dovrà decidere cosa fare sul voto finale: non partecipare uscendo dall’aula come è accaduto con la fiducia alla legge elettorale o votare sì ma presentando un documento critico.