Salvini e centrodestra isolano Maroni sul reddito cittadinanza

Il Governatore lo propone in Lombardia, M5s e Pd apprezzano

MAG 12, 2015 -

Milano, 12 mag. (askanews) – La proposta di un reddito di cittadinanza per i lombardi, annunciata a sorpresa dal governatore Roberto Maroni, ha suscitato reazioni contrastanti e imprevedibili nel mondo politico. A partire dalle dure critiche arrivate dal suo stesso partito, la Lega Nord, seguito da quasi tutto il centrodestra e dai sindacati, Cisl e Cgil in testa. Più scontato invece l’appoggio del M5S che da sempre porta avanti la stessa battaglia a livello nazionale e del Pd, almeno per quanto riguarda gli esponenti regionali.

Fra i primi a criticare il governatore lombardo, il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha definito la proposta un “errore”, bollandola come “elemosina di Stato”, pur precisando di non voler “mettere becco” nella gestione della Regione. A stretto giro e poi arrivata anche la presa di distanza del responsabile economico della Lega, Claudio Borghi Acquilini che ha definito il Carroccio “contrario al reddito di cittadinanza, che non rientra né nelle cose che si possono fare né in quelle che si debbono fare”. Borghi ha poi provato a mettere in fila un pò di numeri e ha calcolato che con i 220 milioni (su un totale di circa un miliardo) di fondi sociali europei messi sul piatto da Maroni per il reddito di cittadinanza si potrebbero dare 400 euro al mese ai circa 500mila lombardi disoccupati o inattivi. Insomma per Borghi poco più di una mancia al punto che, secondo l’economista, “è davvero difficile chiamarlo reddito di cittadinanza”.

Alle critiche degli esponenti leghisti si sono poi aggiunte quelle dell’ex ministro Maurizio Lupi (Ap) second il quale con il reddito cittadinanza “si finanzia la disoccupazione” e di diversi esponenti di FI come Daniela Santanchè (FI) e Mariastella Gelmini (FI) che si è detta perplessa di fronte a una proposta che sa di “assistenzialismo”.

Colto forse di sorpresa dall’ondata di critiche, Maroni nel pomeriggio ha provato a correggere il tiro affermando che il termine reddito di cittadinanza era stato utilizzato in modo “provocatorio” ma che in realtà si tratta di un articolato progetto di politiche attive per il lavoro da realizzare con l’aiuto di terzo settore, sindacati e volontariato. Un progetto su cui sarebbero già al lavoro i tecnici della Regione e che dovrebbe vedere la luce a luglio, insieme alla riforma del sistema socio sanitario con la creazione dell’assessorato al Welfare che potrebbe essere uno di quelli deputato alla gestione del reddito di cittadinanza. “Chi critica il reddito di cittadinanza prima si informi, ne parlerò con Salvini”, ha dichiarato Maroni.

Ad apprezzare invece la proposta del governatore, il M5S che sul tema è da sempre attivo a livello nazionale e ha già presentato in Regione Lombardia un progetto di legge più di un anno fa e a cui Maroni si starebbe ispirando. E infatti pieno appoggio a Maroni è arrivato dal capogruppo M5S in Regione Dario Violi, ma anche e soprattutto dal senatore lombardo Bruno Marton, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, dove il disegno di legge nazionale sul reddito di cittadinanza è in discussione nella commissione Lavoro. Sostegno, soprattutto a livello regionale anche da parte del Pd con il segretario lombardo Alessando Alfieri che ha invitato Maroni ad aprire subito un confronto: “Noi siamo pronti a discuterne da subito.L’introduzione del reddito di autonomia era nel nostro programma elettorale”.