Lodo Pd per riforma scuola condivisa. Ma marcia ddl non rallenta

Orfini: non stravolgerlo. Fassina: per assunzioni serve decreto

MAG 8, 2015 -

Roma, 8 mag. (askanews) – Dopo la manifestazione di protesta del 5 maggio e gli incontri di questi giorni con le varie anime del mondo della scuola (insegnanti, genitori, studenti e sindacati), il Pd apre alle modifiche al ddl sulla “buona scuola” con un pacchetto di emendamenti sui punti più criticati. Apertura che però non sposta di una virgola la marcia della riforma che dovrà essere legge entro metà giugno. E che, beninteso, “non può essere stravolta”. “Quello che stiamo cercando di fare, si può migliorare, si può cambiare tutto, per carità, – ribadisce il premier Matteo Renzi – è restituire alla scuola una funzione fondamentale di guida della comunità. Se non lo facciamo, non usciremo dalla crisi”.

“Il governo è molto responsabile – ha fatto eco il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi – prima di presentare la riforma della scuola per mesi ha svolto consultazioni a cominciare da studenti, insegnanti, famiglie. Tutti hanno potuto partecipare a questa fase che è durata mesi”.

Nel pomeriggio il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini si è incontrata con i ‘tecnici’ dem della commissione, la relatrice Maria Coscia e la vice presidente Flavia Piccoli Nardelli, per un summit sul testo. Lavori avanti tutta nel fine settimana: domani (con la Giannini presente) e domenica quando con ogni probabilità il ddl sarà pronto per lasciare la commissione e approdare in aula.

Il voto finale a Montecitorio resta fissato per il 19 maggio. “Il Pd – spiega il presidente del partito Matteo Orfini – ha la volontà di lavorare insieme e di rendere il più condiviso possibile questo ddl di cui intendiamo mantener fermo l’impianto”. Difatti, aggiunge il vice segretario Lorenzo Guerini, se “alcune richieste, come lo stralcio delle assunzioni per noi erano irricevibili”, su altre come il contestatissimo ruolo del presidente, la vicenda delle assunzioni o il 5 per mille i dem aprono depositando in queste ore emendamenti al testo che “vanno incontro a chi era in piazza”. Un emendamento chiarisce che “tutti i precari inseriti nelle Gae saranno assunti”, visto che “in molti hanno scioperato perchè questo punto non era chiaro”. Quanto al preside ‘manager’ resta nelle sue mani l’utilizzo delle risorse (in tutto 200 milioni) per i premi agli insegnanti, ma “affiancato da un comitato di valutazione” dove siederanno anche rappresentanti dei docenti e dei genitori. Inoltre sarà valutato ogni tre anni da un comitato dell’Ufficio scolastico regionale.

Modifiche che non convincono del tutto Forza Italia che però mantiene un atteggiamento fondamentalmente positivo verso la riforma. “Tra le modifiche indicate dal Pd manca un intervento fondamentale: quello sul piano di assunzioni per includere gli idonei del concorso 2012 che oggi ne sono illegittimamente esclusi – osserva la responsabile azzurra della scuola Elena Centemero -. Per rendere il ddl condiviso, bisogna saper ascoltare chi offre soluzioni concrete alle criticità del provvedimento. Quanto agli altri aspetti ci auguriamo che il ddl non venga depotenziato per assecondare il fronte sindacale del no a prescindere”.

No su tutta la linea all’apertura della maggioranza e al ‘lodo’ dem per cercare convergenze sul testo da Sel e dal Movimento cinque stelle. “Ma quale dialogo, ma quale confronto – attaccato i deputati M5S della settima commissione -. Ormai conosciamo a menadito le tecniche di politichese e di depistaggio del Pd e, quindi, non ci sorprendono affatto gli ultimi sviluppi: l’impianto del provvedimento è rimasto invariato in tutti gli elementi sostanziali, assunzioni, poteri ai dirigenti scolastici, 5 per mille. Anzi, non bastasse, i nuovi emendamenti della relatrice Maria Coscia peggiorano ulteriormente il ddl. Sono indifendibili”. Anche per Annalisa Pannarale e Giancarlo Giordano di Sel gli emendamenti dem “sono un tentativo mal riuscito di confondere le acque per non cambiare la sostanza del provvedimento”. Voci critiche anche nella minoranza dem che chiede al governo di confrontarsi davvero con il mondo della sciola mentre Stefano Fassina rilancia la proposta originaria dei Cinque stelle: scorporare il ddl affidando a un decreto il piano assunzioni.