Italicum in aula alla Camera da lunedì, Boschi: voto segreto no

Ok commissione dopo sostituzioni.Berlusconi la boccia: autoritaria

APR 22, 2015 -

Roma, 22 apr. (askanews) – La riforma elettorale, cosiddetta Italicum, ha superato il primo scoglio della commissione Affari costituzionali e approderà in aula alla Camera lunedì 27. Il mandato ai relatori, Gennaro Migliore e Francesco Paolo Sisto, è stato votato all’unanimità dalla sola maggioranza di governo (compatta dopo la sostituzione d’ufficio degli esponenti della minoranza Pd) visto che le opposizioni hanno scelto di disertare i lavori. La minstra per le Riforme, Maria Elena Boschi, si augura che le opposizioni tornino in Aula a discutere e non si nascondano dietro il voto segreto. “Le battaglie vanno giocate a viso aperto”, ha detto.

Sulla riforma elettorale che governo e maggioranza non hanno voluto modificare di una virgola rispetto alla versione licenziata dal Senato, pesano le divisioni interne al Pd che hanno portato fino alla sostituzione di 10 membri della commissione appartenenti alla minoranza. I toni nel partito del premier-segretario sono sempre più accesi e oggi per primo Enrico Letta ha fatto sapere che il suo voto all’Italicum non è scontato: “Vedremo. Penso che una legge elettorale approvata a maggioranza stretta in Italia ce n’è stata solo una, è stata il Porcellum, è stato un disastro”. La fronda dei dissidenti al momento è difficile da quantificare, solo pochi hanno già deciso che non la voteranno ma Gianni Cuperlo oggi ha rinnovato il suo avvertimento a Renzi: “E’ ragionevole, è politicamenteopportuno approvare la legge elettorale con i soli voti della maggioranza che sostiene il governo, e neanche tutta dato che il Pd è spaccato?”.

E da oggi anche Silvio Berlusconi ha dichiarato guerra alla riforma targata Renzi. Il leader di Fi, che pure aveva garantito con i voti dei suoi il via libera a questa riforma al Senato oggi ha riunito i gruppi parlamentari e decretato il no degli azzurri: “Non possiamo consentire a Renzi di prendere il potere totale con il 30% dei voti attraverso una legge che, di fatto, con lo sbarramento al 3% polverizza l’opposizione”.