Italicum, stasera Renzi riunisce deputati Pd. In 100 pronti al no

Premier: ora si decide o la legislatura sarebbe compromessa

APR 15, 2015 -

Roma, 15 apr. (askanews) – Sull’Italicum non si tratta, Matteo Renzi lo ha ribadito ieri a Milano e lo ripeterà stasera al gruppo della Camera del Pd e sarà complicata, per la minoranza del partito, evitare di dividersi. Il premier, hanno spiegato, farà un discorso “di apertura”, ma solo sulla riforma della Costituzione sulla quale al Senato “si potrà ragionare”. La riforma elettorale, invece, va approvata così com’è e subito, a maggio: si decide, “non è un Monopoli”, ha avvertito renzi. Una linea che porta la minoranza a un bivio, dopo mesi passati a cercare di tenere insieme linee diverse. La riunione di Area riformista non è stata semplice, raccontano, e addirittura tornano a circolare voci di possibili dimissioni di Roberto Speranza, se il gruppo dovesse dividersi in maniera clamorosa durante il voto in aula.

“Se le posizioni della minoranza rimarranno inamovibili non c’è alternativa alla fiducia”, ha fatto sapere la vicesegretaria Pd Debora Serracchiani, in un’intervista a Repubblica. La resa dei conti con Area dem, ha assicurato, “non è l’intenzione di Renzi e della maggioranza del Pd. Considerare questo passaggio come una sfida non serve al Paese. L’Italicum è il frutto del lungo lavoro fatto anche nel partito per accogliere i contributi della minoranza oltre che di altre forze politiche”.

“A volte – ha aggiunto – si ha l’impressione che, recepite le richieste, si sposti l’asticella più in là per cercare quasi la rottura o farne un punto di principio”. Ma “adesso è arrivato il tempo delle decisioni”.

“Siamo in cento contro la chiusura di Renzi rispetto all’Italicum e credo che questo clima di divisione interna che proponiamo anche all’esterno non faccia bene alle elezioni…”, ha detto Davide Zoggia, deputato della minoranza dem, in un’intervista a Qn. “Se non ci saranno novità, oggi alla riunione dei gruppi tutta la minoranza credo voterà contro la relazione di Renzi”, ha fatto il deputato bersaniano Alfredo D’Attore. “Abbiamo detto in tutte le salse che l’Italicum così com’è non è votabile – ha spiegato – e sarebbe poco comprensibile se tutto si risolvesse con una ritirata”. Per il deputato l’ipotesi fiducia è “impossibile” ed è “grave anche solo il fatto che se ne parli”.

Ettore Rosato, vice-presidente del gruppo Pd e renziano, ha ripetuto che stasera “il gruppo voterà e poi tutti dovranno adeguarsi”. E siccome non tutti si adegueranno, la sostituzione dei ‘ribelli’ in commissione diventerà un passaggio obbligato: gli emendamenti dovranno essere presentati entro venerdì, anche se ci potrebbe essere una proroga del termine a lunedì. La commissione licenzierà il testo il 27, come deciso, e poi la parola passerà all’Aula, dove – con il voto segreto – i duri della minoranza proveranno a fare lo sgambetto a Renzi.

I rischi di un passo falso potrebbero, teoricamente, essere evitati ponendo la fiducia, ma uno dei fedelissimi del premier sembra poco convinto che si arriverà a tanto. L’ipotesi più probabile sembra quella di una ‘fiducia politica’, ovvero di un discorso molto chiaro di Renzi sul significato che assume il voto sull’Italicum: se la riforma venisse affossata, è il ragionamento fatto dal premier in direzione Pd e che verrà ribadito, la legislatura sarebbe compromessa.