Orfini vs De Gennaro per Diaz, Renzi: risposta è reato tortura

Serracchiani: "Ex capo Polizia valuti in coscienza"

APR 8, 2015 -

Roma, 8 apr. (askanews) – La posizione di Matteo Orfini non è una novità: la contrarietà alla nomina di Gianni De Gennaro a presidente di Finmeccanica l’aveva già espressa quando Enrico Letta – allora premier – scelse l’ex capo della Polizia per la guida della società. Ma la condanna della Corte di Strasburgo, che ha riconosciuto come l’irruzione alla Diaz e il comportamento delle forze dell’ordine fu vera e propria “tortura”, riapre la polemica. Stavolta non con un’interrogazione parlamentare, ma con un tweet: “Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica”, afferma il presidente Pd. Una posizione su cui Matteo Renzi preferisce non intervenire. Il tweet di Orfini è già pubblicato e il caso è già esploso quando anche il premier si ‘affaccia’ sul social network. E non affronta la questione De Gennaro: “Quello che dobbiamo dire lo dobbiamo dire in Parlamento con il reato di tortura. Questa è la risposta di chi rappresenta un Paese”, twitta il premier rispondendo a Luca Casarini che gli rimproverava il silenzio sulla vicenda.

Nessuna presa di posizione dunque su De Gennaro (riconfermato proprio da Renzi alla presidenza di Finmeccanica), ma la promessa di sostenere l’accelerazione sull’introduzione nell’ordinamento italiano del reato di tortura. Dal governo parla solo il sottosegretario Ivan Scalfarotto: “Il presidente del partito Orfini ha usato parole chiarissime, io ho un ruolo diverso, sono membro del governo e ho un atteggiamento più istituzionale, ma questo è un tema che sta davanti alla coscienza di De Gennaro”. Stessa linea anche dalla vice segreteria del Pd Deborah Serracchiani: “La responsabilità morale” per alcuni fatti “prescinde dalle assoluzioni. Non parlo di dimissioni ma se siamo di fronte ad una responsabilità politica, se De Gennaro ne deve rispondere lo valuterà in coscienza”. Insomma, la richiesta esplicita di dimissioni avanzata da Orfini viene considerata una posizione a titolo personale dai vertici del Pd, che preferiscono rimettersi alla “coscienza” di De Gennaro.