Landini divide minoranza Pd. E Renzi mostra numeri: fuori da crisi

Pochi in piazza a Roma con Landini, Damiano si dissocia

MAR 28, 2015 -

Roma, 28 mar. (askanews) – Alcuni, pochi, sono andati in piazza.Altri, come Gianni Cuperlo, hanno solidarizzato a distanza, mentre Pier Luigi Bersani si è tenuto alla larga come annunciato e qualcuno come Cesare Damiano ha ufficialmente detto di non condividere l’iniziativa (“: la “coalizione sociale” di Maurizio Landini non seduce la minoranza Pd, o meglio divide una volta di più l’ala dura di Pippo Civati, Stefano Fassina e Rosy Bindi dai “riformisti” di Roberto Speranza. Un quadro che a Matteo Renzi certo non dispiace, perché fotografa un Pd che, alla fine, sceglie di non sfidare il segretario-premier.

Lui, Renzi, preferisce replicare con i numeri, le ultime cifre su posti di lavoro, andamento dei consumi, costi delle bollette e via dicendo, per dire che “tutti insieme stiamo portando l’Italia fuori dalla crisi, finalmente, dai che questa è la volta buona”. Il Premier, al termine del consiglio dei ministri di venerdì, una stoccata non l’aveva risparmiata a Landini: “Il nostro governo – ha aggiunto – ha messo soldi in stabilità per i contratti a tempo indeterminato, qualcuno non se ne è accorto, ma se ne sono accorti i lavoratori e gli imprenditori”. Nel giorno della manifestazione, però, il premier preferisce replicare indirettamente, sbandierando i “piccoli segnali” di cui appunto “qualcuno non si accorge”. La replica esplicita è invece affidata ai due vice-segretari: “Mi pare che la partecipazione di rappresentanti del Pd”, dice Lorenzo Guerini. “Non darei un significato particolare a questa partecipazione”. E se Landini è sicuro di avere “più consensi del governo”, Debora Serracchiani risponde: “Vedremo nel 2018 se ne ha più Renzi o più Landini”.

Cuperlo, come detto, non è andato in piazza, ma ha mandato un messaggio per dire che “la vostra battaglia per la democrazia, per l’uguaglianza, i diritti e l’occupazione è anche la battaglia di molti di noi”. E Fassino, che al corteo c’era, ha spiegato: “Siamo qua per cercare di dare rappresentanza a questo mondo del lavoro, oggettivamente c’è un deficit di rappresentanza, il Pd e il governo Renzi sono distanti da queste donne e uomini e molto più vicini ai poteri forti”. Damiano, però, boccia la manifestazione: “Credo da sempre che non sia di alcuna utilità assemblare forze che non abbiano obiettivi comuni perché si correrebbe il rischio di rifluire in una logica di pura protesta e di sterile contrapposizione alle politiche del Governo”.