Renzi in pressing per dimissioni Lupi prima di sfiducia

Per premier le parole del ministro di oggi non chiudono vicenda

MAR 18, 2015 -

Roma, 18 mar. (askanews) – La vicenda “non è chiusa”, è questo il commento che uno dei principali esponenti Pd faceva oggi pomeriggio dopo l’intervento di Maurizio Lupi alla Camera e dopo uno scambio di opinioni con il premier. Per Matteo Renzi non basta l’autodifesa pronunciata dal ministro Ncd in Parlamento, la vicenda è politicamente imbarazzante, al di là dei risvolti penali, e sarebbe meglio per tutti evitare che si arrivi al voto sulle mozioni di sfiducia delle opposizioni. Una partita delicata, perché Lupi non intende cedere e oggi si è detto convinto di avere “il sostegno del governo”, nonostante il significativo silenzio che Renzi continua a mantenere in pubblico sulla vicenda: “Se avesse voluto difendere Lupi – sottolinea un renziano – lo avrebbe fatto come avvenuto con Descalzi (l’a.d. Eni, ndr)”. E se molti si chiedono per quanto tempo il premier potrà restare zitto, il parlamentare renziano gira la questione: “E Lupi quanto potrà resistere facendo finta di niente, con tutto ciò che sta uscendo?”.

Insomma, al momento la situazione è di stallo, perché Renzi non intende prendere l’iniziativa, spera che sia Lupi a trarre le conseguenze, ma l’ala meno governativa dell’Ncd a questo punto minaccia lo stesso governo: “Se Lupi viene sfiduciato – è il ragionamento fatto arrivare a Renzi – salta Ncd… E anche il governo”. Il punto è che, soprattutto al Senato, il premier faticherebbe a garantire la compattezza del suo partito anche volendo: se parte della minoranza Pd sembra prudente, non manca chi come Stefano Fassina chiede esplicitamente il passo indietro di Lupi.

La mozione di sfiducia alla Camera non dovrebbe essere votata prima della prossima settimana, un tempo che nei calcoli renziani dovrebbe permettere di arrivare a quelle dimissioni che al momento Lupi non vuole prendere in considerazione. Ma il problema, spiega un parlamentare Pd, è che “Ncd è stato fondamentale fin dall’inizio, già nel passaggio dal governo Letta a quello Renzi. Renzi non può permettersi di rompere con Ncd, dovrà semmai convincere Alfano e soprattutto Lupi che le dimissioni, a questo punto sono la cosa migliore per tutti”.

Un voto sulla mozione di sfiducia è pericoloso, è il ragionamento che viene fatto a Ncd: il rischio di uno scivolone esiste e nemmeno il Nuovo centrodestra può sottovalutarlo. Se si arrivasse al voto il governo di fatto sarebbe costretto a sostenere il ministro e un passo falso metterebbe in serio pericolo l’esecutivo. Argomenti che al momento non hanno sortito effetto in casa Ncd.