D’Alema: sul Sud nessun segnale positivo, anzi arretramento

Con il Jobs act i neoassunti saranno tutti precari

FEB 26, 2015 -

Roma, 26 feb. (askanews) – Sul Sud dal governo Renzi “non sono arrivati segnali positivi. Per certi aspetti abbiamo perfino registrato un arretramento”. Lo dice Massimo D’Alema, presidente della fondazione Italianieuropei, in una intervista al Mattino.

L’ex premier tuttavia ritiene che un ministro del Mezzogiorno “rispetto al disinteresse di questi mesi potrebbe essere una novità, certo non risolutiva, ma che può contribuire a far uscire la questione meridionale da una condizione di marginalità. Avere annunciato la nomina è forse l’indice che c’è la consapevolezza che le cose non vanno. Speriamo che adesso seguano i fatti”.

D’Alema è critico anche sul Jobs act che, osserva, non aiuterà il Sud: “Sinceramente non vedo come. A me pare che il Sud molto difficilmente potrà trarne dei vantaggi: siamo di fronte a una riforma che avvantaggia al massimo gli imprenditori delle aree dove si comincia a registrare un po’ di crescita e non quelle parti del Paese dove l’economia è ferma. Questa riforma smentisce se stessa. Si era partiti dalla giusta idea di unificare il mercato del lavoro, di eliminare le discriminazioni e introdurre un sistema di tutele crescenti. Si è finiti per rendere la discriminazione permanente. Il risultato non è coerente con la positiva ispirazione iniziale. Questa riforma aumenterà la precarietà del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i nuovi assunti. Dal momento in cui si introduce la possibilità di licenziare senza giusta causa tutti diventano Co.co.pro. A maggior ragione nel Mezzogiorno dove i lavoratori sono più deboli e dunque più esposti. Detto ciò, minori tutele non rappresentano una grande conquista dei lavoratori, da nessuna parte essi si trovino”.