Governo al gran completo a primi patti lateranensi di Mattarella

Si parla di Libia, immigrati, scuola paritaria e famiglia

FEB 17, 2015 -

Roma, 17 feb. (askanews) – L’anno scorso Enrico Letta si era da poco dimesso e il Segretario di Stato Pietro Parolin non aveva ancora ricevuto la porpora. All’annuale ricevimento per l’anniversario dei Patti lateranensi, all’ambasciata italiana presso la Santa Sede, l’atmosfera quest’anno era più distesa. Il Governo di Matteo Renzi era al gran completo. E sul Colle siede il cattolico Sergio Mattarella, accolto con grande cordialità dal cardinale Segretario di Stato.

Al palazzo Borromeo, su viale delle Belle Arti, il governo arriva alla spicciolata, a partire dalle 16, al gran completo: ci sono i ministri Gentiloni (Esteri), Boschi (Riforme), Alfano (Interni), Pinotti (Difesa), Franceschini (Beni e attività culturali), Giannini (Istruzione), Madia (Pubblica amministrazione), Lorenzin (Salute) e Lupi (Trasporti), i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e Luca Lotti. Ultimo, arriva il presidente del Consiglio Matteo Renzi, accolto dall’ambasciatore uscente presso la Santa Sede Francesco Maria Greco, diplomatico peraltro apprezzato da Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica è l’ultimo ad arrivare, un’ora dopo, preceduto dal presidente della Corte costituzionale Alessandro Criscuolo, e dai presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini. La delegazione vaticana è guidata dal cardinale Parolin, la Cei è rappresentata dal cardinale presidente Angelo Bagnasco e dal segretario mons. Nunzio Galantino.

Nella prima parte dell’incontro bilaterale, riferirà poi il cardinale Parolin ai giornalisti, si passano in rassegna le questioni interne. Angelino Alfano “ci ha detto che non ci sono minacce specifiche riguardanti il Vaticano” da parte degli jihadisti dell’Isis. “Ci siamo chiesti anche, ma senza poter dare una risposta se queste minacce sono mediatiche. Certo da parte dell’Isis c’è una guerra mediatica. Però questo non significa che non si debba essere attenti, vigilanti, senza cadere in allarmismi”.

Si parla della “importanza” della scuola paritaria, di famiglia “in termini generali”, dell’assistenza religiosa ai militari, in applicazione dell’articolo 11 del Concordato, e poi di “questioni finanziarie bilaterali”, probabilmente attinenti lo Ior. Quando l’incontro si allarga alle tre più alte cariche dello Stato, sul tavolo planano le questioni internazionali, a partire dalla Libia: “Abbiamo parlato – spiega il cardinale segretario di Stato – dell’importanza di rilanciare un’iniziativa diplomatica. E qualsiasi intervento di tipo armato sia sempre fatto secondo le norme della legalità internazionale. Quindi che ci sia un’iniziativa dell’Onu”. La situazione”è grave” ed esige “una risposta concorde della Comunità internazionale”.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni spiega come si muove l’Italia per una azione concordata a livello internazionale. Tra Italia e vaticano non mancano riferimenti ai cristiani in Medio Oriente e agli immigrati che arrivano sulle coste italiane e dello sforzo della Chiesa ad accoglierli: “Ci sono persone che evocano la proposta di lasciare le navi in mezzo al mare” ma “c’è un dovere di carità, ma prima di tutto un dovere di giustizia” poiché “per le autorità italiane ci sono delle convenzioni internazionali alle quali sono obbligate” mentre “noi come Chiesa sottolineiamo principalmente l’aspetto della carità”. La presidente della Camera Boldrini interviene sull’accoglienza ai rifugiati. Alle 18 l’ambasciata ha aperto le porte ad ambasciatori, giornalisti, maggiorenti ecclesiastici e il bilaterale si è concluso.