Riforme,seduta fiume Camera avanti tra trattative e ostruzionismo

Via libera a tre articoli in una giornata, si lavora in notturna

FEB 12, 2015 -

Roma, 12 feb. (askanews) – E’ proseguita per l’intera giornata, nell’ aula della Camera, la seduta fiume per approvare il ddl riforme costituzionali, con una pausa di due ore nella quale ha avuto luogo una trattativa del governo con il M5s, finita con un nulla di fatto. Stasera si lavora anche in notturna.

La trattativa è stata condotta dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, per fermare l’ostruzionismo del M5s e trovare un’intese su alcune modifiche da apportare al provvedimento. La seduta è stata sospesa per oltre un’ora. I parlamentari del Movimento 5 stelle, come richiesto da governo e maggioranza, hanno presentato 10 proposte di modifca, che avevano diversi gradi di priorità. “Il ministro Boschi, ha accettato due mezze proposte, ma ha detto a quello che per noi è un tema fondativo della democrazia, il referendum senza quorum”, ha fatto sapere il deputato Riccardo Fraccaro, al termine della trattativa, e anche in Aula ha ribadito che il suo gruppo avrebbe ritirato tutti i subemendamenti, circa 200, se la maggioranza avesse accettato di discutere sul quorum per i referendum propositivi e abrogativi.

Davanti al niente di fatto il M5s, che ha cessato di votare, ha messo in atto la sua volontà di cercare di bloccare i lavori, pur non avendo più a disposizione tempi di intervento e nonostante la seduta fiume che non consente di presentare subemendamenti. Nel pomeriggio, senza la possibilità per le opposizioni di intervenire sul merito degli emendamenti, si sono moltiplicate le richieste di sospensione o di convocazione del Comitato dei nove, della giunta del regolamento, come anche di interventi sull’ordine dei lavori, o sui deputati in missione, o sulla presenza dei membri del governo in Aula. Lo scopo di dilatare i tempi è stato raggiunto: alle 19 erano stati approvati solamente tre articoli. Il Movimento 5 stelle, ancora una volta ha esplicitato, che prenderà in considerazione tutte le possibilità per bloccare l’Aula, tanto che era circolata voce fossero sul punto di decidere per un’occupazione dell’Aula.

Non sono mancate le accuse alla maggioranza e alla presidente della Camera, Laura Boldrini: “Stanno stuprando il regolamento”, ha detto Fraccaro, per il quale, inoltre, la presidenza di Montecitorio “è schiava e succube di una maggioranza incostituzionale” e, per questo motivo, sono state chieste le dimissioni della presidente di turno Marina Sereni, accusata di essere una complice.

Da Forza Italia, invece, per voce del capogruppo, Renato Brunetta, è arrivata la richiesta di un intervento diretto da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, davanti a un Parlamento bloccato da una riforma costituzionale che entrerà in vigore non prima del 2018 e che sta paralizzando il Parlamento in un momento delicato. In Aula i deputati del partito di Berlusconi non hanno messo in campo alcune azione per impedire o rallentare i lavori.

Oggi, inoltre, è finito nel nulla anche il tentativo di mediazione tutto interno alla maggioranza, tra Pd e Ap, sul tema delle macroregioni.

Il governo e la maggioranza, dopo il debole tentativo di trattativa del pomeriggio, hanno ribadito l’avanti tutta, anche se poi, in serata, è stata decisa una nuova pausa tecnica, per consentire che il Comitato dei nove si riunisca, ma soprattutto affinchè i gruppi si possano riunire, si ritenti una trattativa e il Pd possa consultarsi su di un’apertura ad alcune richieste di modifica della sua minoranza. La seduta riprenderà alle 22.45. Il governo punta a esaurire le votazioni sugli emendamenti di 16 articoli entro domani sera, per affrontare il voto finale entro la prima settimana di marzo, probabilmente sabato 7.