Renzi apre alla clausola temporale: Italicum in vigore dal 2016

Premier prova a disinnescare odg Calderoli: non legarlo a riforme

DIC 2, 2014 -

Roma, 2 dic. (askanews) – L’Italicum potrebbe contenere una clausola di salvaguardia che ne farebbe scattare l’entrata in vigore solo nel 2016. L’importante è che la legge elettorale “venga approvata subito” e che non contenga alcun collegamento con l’entrata in vigore della riforma costituzionale. E’ l’apertura che Matteo Renzi fa da Algeri, per cercare di sbloccare una partita che – nonostante i numerosi tentativi di accelerare – è ancora a rischio impasse.

Stavolta la preoccupazione è legata all’ordine del giorno presentato da Roberto Calderoli, che appunto lega l’entrata a regime del nuovo sistema di voto all’approvazione definitiva della riforma costituzionale. Ordine del giorno che sarà posto in votazione in commissione Affari Costituzionali del Senato la prossima settimana, prima dell’esame degli emendamenti. Ma la prospettiva di tenere congelato l’Italicum fin quando non si arriverà all’ok alle riforme costituzionali è “inimmaginabile” per Renzi, che da Algeri spiega: “Non esiste la possibilità di un collegamento tra la riforma elettorale e quella costituzionale, come se questa fosse una forma di clausola per condizionare l’entrata in vigore della legge elettorale”. Perchè questo sarebbe “un atto contro la Costituzione” e perchè “un emendamento di questo tipo è già stato proposto ed è stato respinto”.

Ma il rischio che la minoranza Pd, insieme a tutti quelli che temono le elezioni anticipate, possano votare l’odg Calderoli è concreto. Anche perchè, sostiene il leghista, “sarà votato per parti separate”. E poi perchè anche in ambienti Pd di palazzo Madama la possibilità di una clausola di salvaguardia – prima dello stop di Renzi – era data per probabile. E allora ecco la proposta del premier che prova a disinnescare la mina: “Se facciamo la legge elettorale si può fare eventualmente una clausola che dice che la legge elettorale entra in vigore nel 2016: noi la utilizzeremo solo nel 2018 – assicura – ma va fatta subito perchè altrimenti, dopo anni in cui si è promesso di fare le cose, rinviare sarebbe impossibile”.

Non solo: un’apertura in questo senso, è la speranza nel governo, può anche costituire terreno di confronto rispetto all’altro tema su cui la minoranza Pd è pronta a dare battaglia, ovvero le preferenze per tutti e l’eliminazione dei capilista bloccati: la legge elettorale deve garantire che i cittadini scelgano il proprio parlamentare e “su questo non intendo desistere”, ha ribadito anche stasera Pierluigi Bersani. E se poi Silvio Berlusconi “non è d’accordo, se ne farà una ragione”. Linea in rotta di collisione con quanto affermato ieri da Renzi in direzione Pd: “Non è immaginabile che adesso si riapra la discussione sui punti condivisi, dal Pd, Ncd, Sc, e per il 90% da Fi”.