(askanews) – Roma, 28 mg 2014 – ”Puo’ bastare il solo criterioeconomico per decretare la chiusura di migliaia di sportellipostali in tutta Italia, con tutti i gravissimi disagi che siabbattono sugli anziani e i soggetti piu’ deboli delle nostrecomunita’? Evidentemente no, il ministro ha il dovere diintervenire per ripristinare quello che a tutti gli effettie’ un pubblico servizio”. Il senatore Dario Stefanointerviene nuovamente sull’argomento con una interrogazioneal Ministro dell’Economia, anche alla luce di alcune notiziestampa secondo cui Agcom vorrebbe avviare un ulteriore nuovopiano di razionalizzazione del servizio postale con lachiusura di altri uffici in ragione del principio didiseconomicita’. ”Dal 2012 ad oggi in tutta Italia – spiega il senatore -per ora sono stati chiusi oltre 1000 sportelli. Solo inPuglia se ne contano 27, di cui ben 19 nella provincia diLecce. Tra questi, l’ultima chiusura di Frigole (LE) va asommarsi a quelle di Serrano e San Cataldo: in sostanza buonaparte della fascia costiera leccese e’ priva di un ufficiopostale”. ”Una recente sentenza del Tar Lazio – sottolinea Stefano- ha sancito l’illegittimita’ dei criteri adottati da Posteed ha ribadito che il fondamento delle scelte organizzativeper il servizio postale deve essere il pubblico servizio.
Secondo la stessa sentenza, anche il decreto ministeriale del2008, che ha dato il via alla razionalizzazione, ha profilidi illegittimita’ in quanto in contrasto con il dirittocomunitario e perche’ risultano omessi gli interessi pubblicirilevanti laddove, proprio per la scarsita’ degli abitanti,mancano altre reti infrastrutturali. Sono le aree rurali o lefrazioni di comuni, anche capoluogo, dove chi ci vive nonsempre e’ nelle condizioni di raggiungere lo sportello piu’vicino, che e’ anche a decine di chilometri. Ben oltre i 6 Kmindicati dal Ministero come distanza massima. Occorre insommacorreggere il tiro, perche’ la razionalizzazione non puo’avvenire, come sempre, a danno dei piu’ deboli”. com-njb/red/rob