Giustizia: Cancellieri, riforme possibili non sono quelle migliori

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(askanews) – Firenze, 1 feb 2014 – Le riforme ”possibili” nonsono sempre quelle ”migliori”. Lo ha detto Anna MariaCancellieri, ministro delle Giustizia, intervenendo inPalazzo Vecchio a Firenze, all’apertura dell’anno giudiziariodei penalisti. Riprendendo il titolo della cerimonia ‘Leriforme possibili’, la Cancellieri ha sottolineato che ”leriforme possibili non sono quelle migliori, assumendo inquesta definizione – va da se’ – un punto di vistaspiccatamente soggettivo, ma sono quelle che danno lemaggiori garanzie di buon funzionamento.

Mi sento di affermare che solo le riforme possibili, intesenel senso che ho appena esposto, sono le riforme utili egiuste, perche’ magari hanno sacrificato qualche aspetto dimaggiore apprezzabilita’ tecnica, ma cio’ hanno fatto in nomedi un rafforzamento della capacita’ di cambiare realmentel’esistente in un contesto di accresciuta partecipazionedemocratica. E’ con questo programma ideale che, appenainsediata al Ministero della Giustizia, ho provveduto aistituire commissioni e gruppi di studio in numeroconsistente, ben cinque, a composizione mista, avvocati,magistrati, professori”. Pero’, ha precisato, ”non e’ soltanto ai risultati deglistudi e degli approfondimenti posti in essere dalleCommissioni che volgo la mia attenzione. Se cosi’ facessi,verrei in qualche modo meno ad un primo e preciso dovere, diassunzione di responsabilita’ circa le scelte da fare; comese mi servissi delle Commissioni non gia’ per formare la basesolida di un piu’ ampio lavoro di riforma, ma per schermarmidalle inevitabili critiche che l’annuncio di una iniziativalegislativa provoca.

Il mio compito, condivisa l’elaborazione delle Commissioni,e’ di tentare un passo in piu’, pur sempre mosso nelladirezione tracciata da quelle riflessioni; e di saperrinunciare, magari, a qualche piu’ coraggioso suggerimento,quando mi rendo conto che il contesto politico-parlamentarenon e’ per nulla favorevole, assai poco disponibile gia’all’avvio di un confronto approfondito su quel tema. Il ruolopolitico – ha concluso – chiama ad un dovere di ascolto e dimediazione, che si adempie in piu’ momenti e su piu’ piani,ma sempre nella prospettiva di maggiore soddisfacimentodell’interesse collettivo”.

afe/mar