Centrodestra: Mazzotta (Sturzo), dovere Dottrina sociale contribuire

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(askanews) – Roma, 23 nov – Assemblea Popolare e Nuovo CentroDestra hanno presentato oggi a Roma i loro percorsi e RadioVaticana ha voluto sentire in proposito la opinione diRoberto Mazzotta, presidente dell’Istituto Luigi Sturzo.

Mazzotta, un’esperienza da ministro nella DC, riflettecosi’ ad alta voce: ”In un periodo cosi’ duro della vitaitaliana, non sarebbe un dovere per tutto quel mondo che sirichiama alla Dottrina sociale cristiana, che e’ un corpusorganico, dare un contributo in maniera ordinata allapossibilita’ di tenere insieme questa societa’ che si stadisfacendo? Ecco, io credo che il problema oggi sia questo:far qualcosa di piu’, di diverso e di dissimile dall’ultimoventennio”.

”Questo vuol dire ricostruire, in qualche modo, una post-Democrazia cristiana o cosa?”, chiede Radio Vaticana.

”Cercare di vedere se la realta’ che ci richiama a quellacultura non e’ in grado di dare risposte ai problemi piu’grossi di ordine civile, istituzionale, economico, sociale -risponde Mazzotta – quindi di dare un contributo sui problemie sui comportamenti. E poi vedere quali ricadute politichepuo’ avere tutto questo: se quella di rimettere insiemeun’esperienza come quella fatta nel passato, o invece diportare avanti un’esperienza aperta, che non ha unaqualificazione limitata al nostro mondo, ma che ha l’animaculturale e concettuale che viene dalla nostra cultura, senzalimiti. La Democrazia cristiana ha dato un contributo immensoalla vita di questo Paese, ma in una situazioneinternazionale e di conflitto politico interno, che oggi nonc’e’ piu’. Quindi, oggi, bisogna fare qualcosa di diverso, mabisogna fare qualcosa, perche’ continuare a guardare inmaniera apparentemente distaccata, come se non c’ entrassimoniente, un Paese che va alla malora, secondo me qualcheresponsabilita’ ce la da”’.

”Il bipolarismo, dunque, come l’abbiamo inteso finora,secondo lei, e’ finito?”, incalza Radio Vaticana.

”Il bipolarismo per esistere deve avere i poli. Uno stadichiarando di essere arrivato in porto, se possiamo chiamare”porto” la conclusione. Sull’ altro – afferma il presidentedell’Istituto Sturzo – non scommetterei tantissimo: con ildibattito interno che si sta svolgendo, un certo orientamentodella futura segreteria che, peraltro, andra’ a una personamolto interessante, quel polo puo’ avere le caratteristicheopportunistiche per restare insieme, ma le caratteristichepolitiche no. Francamente, credo siano anche loro allavigilia della scomposizione. O vogliamo che il sistemapolitico si disgreghi in gruppuscoli e prevalgano leposizioni di protesta e di disperazione o, se si vuolericostruire qualcosa di positivo, bisogna ricostruirlo non suuna memoria, non su un’aspirazione, ma su dei valori, su deiprincipi, su dei progetti”.

red/sat