Ue: Monti, mondi vitali per rilanciare la costruzione europea

31 5, 1338 -

di Angelo Mina.

(askanews) – Roma, 20, nov – ”Nel 2014 si terranno le elezioniper il rinnovo del Parlamento europeo. Si tratta di unappuntamento gravido di incognite per il protrarsi dellacrisi economica e per il riacutizzarsi di spinte populistichenei diversi paesi europei che fanno temere per la scarsapartecipazione popolare e anche per l’affermarsi di movimentiantieuropei. La cronaca di questi giorni non serve arassicurarci e ci mostra, al contrario, il tentativo diqueste forze – rimaste a lungo confinate come correnti diopinione minoritarie nei singoli Stati membri – dimobilitarsi fuori da tali confini su una piattaforma politicacomune”. Lo ha affermato l’ex premier Mario Monti, nella suarelazione al convegno su ”Europa e mondi vitali”organizzato oggi a Montecitorio dall’associazione ”Mondivitali”, che si richiama al grande sociologo cattolicoAchille Ardigo’ e presieduta dall’onorevole Renato Balduzzi,giurista ed ex ministro della Salute. E’ rispondendo alla sollecitazione di Balduzzi di usciredalla ”contemplazione delle esigenze” per individuare imodi di rispondere alle esigenze, che Monti ha indicato lanecessita’ di operare una ricostruzione europea, o se sivuole della coscianza e del senso di appartenenza europea,dimostrando ai cittadini che la fase di difficolta’ nellacrescita dell’integrazione europea non si risolve con unritorno ai nazionalismi. ”Si tratta di movimenti -ha spiegato Monti- che appaionoin primo luogo antistorici in quanto ripropongono un ritornoal passato che non porterebbe solo ad una gravissima crisiistituzionale, ma ad una vera e propria rottura di civilta’.

L’Unione europea e’ il risultato di un immane conflitto suivalori che si e’ consumato attraverso la lunga ”guerracivile europea” (1914-1945): un conflitto paragonabile allaguerra civile americana, che costitui’ a sua volta un puntodi svolta irreversibile nella costruzione dell’assettofederale degli Stati Uniti, soprattutto per l’omogenea tuteladei diritti fondamentali”. Monti ha provocatoriamente sostenuto che sarebbe utile aquesto punto non dare per scontata l’irreversibilita’dell’integrazione europea: ”Sarei molto ottimista sullairreversibilita’ dell’integrazione europea” ha detto,facendo osservare che proprio questo senso di insicurezzadovrebbe spingere a ”proteggere l’integrazione come una baseda conservare che costituisce un bene comune”. E’ vero, hasottolineato Monti, c’e’ ”una fatica nell’integrazione” conun ”ritorno di fiamma nazionalistico”. E’ in questo ritornodi fiamma che Monti inserisce il riapparire delle svastichein Grecia e le dichiarazioni offensive verso i greci inGermania. Stessa valenza Monti attribuisce anche al”rigurgito di antipatia tra Nord e Sud d’Europa. Tuttoquesto -ha ammonito puo’ essere portatore di germi didisgregazione”. Occorre reagire a questo fenomeno, ma come? Visto anche latendenza in tutti i Paesi ad attribuire a Bruxelles e alla Uele responsabilita’ delle loro difficolata’? Per Monti siamoin presenza di un ”deficit di democrazia” che va affrontatocon iniziative intelligenti e pratiche. ”In realta’, la crisi della democrazia europea -ha dettoMonti- va affrontata come una crisi della democrazia inEuropa, come radicale messa in discussione dellafunzionalita’ e legittimita’ dei tradizionali istituti dellarappresentanza politica tanto a livello europeo chenazionale. Questa comune crisi pone di fronte ad un evidenteparadosso. Da un lato, un radicale salto di qualita’ dellademocrazia europea sembra oggi ineludibile per dare quellerisposte in termini di governo che gli Stati nazionali nonsembrano piu’ in grado di dare. Questo scatto in avanti puo’essere rappresentato da quella prospettiva di una federazionedi stati nazionali, piu’ volte richiamata da alcuni dei piu’importanti leaders europei. Dall’altro lato, ogniaccelerazione sembra confliggere con le esigenze di mantenerecoesa un’ entita’ politica costituita da 28 stati nazionalicontrassegnati da profonde diversita’ di culture politiche edi condizioni sociali ed economiche. In un ecosistemaistituzionale cosi’ complesso e fragile come quello europeoil mantenimento della prassi del compromesso e dellaconcertazione sembra destinato a rappresentare ancora permolto tempo l’unica prospettiva ragionevole per dare unfuturo all’Unione. Anche l’iniezione di elementi didemocrazia diretta nella governance dell’Unione – con gliinevitabili effetti divisivi e polarizzanti da essa derivantiper il sistema politico europeo- va verificata dal punto divista della sua sostenibilita’ democratica”. In questo senso Monti ha parlato di ”passo avanti”-anche se esistono delle controindicazioni- la decisione daparte dei gruppi parlamentari europei di candidare un loroesponente alla guida della Commissione, come in modoinformale sta facendo il Pse. min/vlm