Legge stabilita’: Fassino, su service tax mancano ancora 1,5 mld

GIU 5, 1338 -

(askanews) – Roma, 20 nov – ”L’attuale meccanismo previsto perl’introduzione della Service tax, con un’aliquota massima al2,5 per mille sulla prima casa e all’11,6 per mille sullaseconda, con un miliardo aggiuntivo da parte del governo, nonconsente di rispettare l’impegno di garantire ai Comuni, peril prossimo anno, lo stesso introito che si sarebbe ricavatoda Imu e Tares nel 2013. Secondo i nostri calcoli mancanoall’appello 1,5 miliardi di euro”. E’ quanto il presidentedell’Anci, Piero Fassino, ha reso noto oggi al ministrodell’Economia Fabrizio Saccomanni, nel corso di un incontrotra una delegazione dell’Anci e lo stesso ministro in via XXSettembre. ”Oltre al problema sulla service tax – spiega Fassino altermine dell’incontro – abbiamo esposto ulteriori questioni:innanzitutto l’erogazione dei mancati introiti della secondarata Imu del 2013, che il governo deve metteretempestivamente a disposizione dei Comuni, tenendo contodell’adeguamento delle aliquote operato da diverseamministrazioni”. Riguardo il Patto di stabilita’, i sindacihanno poi ribadito la richiesta che ”non ci siano vincoli didestinazione sugli investimenti che ogni Comune, a secondadelle diverse esigenze, vorra’ operare grazieall’allentamento di un miliardo sui vincoli. Abbiamo chiestoinoltre nuovamente – prosegue Fassino – che venga ridottol’impatto di questi stessi vincoli sui piccoli Comuni, e chevengano abolite le sanzioni individuali a carico degliamministratori, non previste a titolo individuale per irappresentanti degli altri livelli di governo”. I Comuni chiedono anche ”di rivedere i vincolisull’accensione di nuovi mutui, che attualmente nonconsentono alla stragrande maggioranza dei Comuni di accedereal credito”. Infine i vincoli di bilancio previsti per le societa’partecipate: ”Concordiamo con l’obiettivo del governo difavorire e promuovere il riequilibrio finanziario di tutte lesocieta’ pubbliche – ribadisce Fassino – ma l’attuale testodi legge rappresenta imporrebbe misure giuridicamente nonpraticabili e finanziariamente insostenibili”, conclude ilpresidente dell’Anci.

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