Governo: il caso Cancellieri divide il Pd, ipotesi di rimpasto

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(askanews) – Roma, 18 nov – Domani la riunione del gruppo Pd alla Camera, mercoledi’ alle 10,30 il voto dell’Aula di Montecitorio sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti di Annamaria Cancellieri a cui potrebbe aggiungersene un’altra di alcuni esponenti del partito di Guglielmo Epifani che nei giorni scorsi aveva confermato la fiducia nei confronti del ministro di Giustizia. Il guardasigilli, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe pero’ dimettersi prima del voto della Camera aprendo cosi’ la strada a un rimpasto di governo. ”Il Pd dice di non poter sfiduciare la Cancellieri perche’ non si puo’ votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi. Martedi’ presentero’ un testo all’assemblea del gruppo. Basta con l’ ipocrisia”. Lo scrive Pippo Civati, tra i candidati alla segreteria del Pd, nel suo blog. Questa opinione e’ condivisa da Matteo Renzi, ospite ieri sera di ”Che tempo che fa” su Raitre, il primo a parlare in casa Pd di dimissioni del guardasigilli: ”Il punto vero e’ che il ministro della Giustizia anche secondo me si deve dimettere. Prima della discussione della mozione faccia un passo indietro”. Anche Gianni Cuperlo, altro candidato alla segreteria del Pd, in una intervista a ”Repubblica”, non difende il ministro di Giustizia: ”C’e’ una questione di opportunita’ politica. Credo che il ministro Cancellieri, per la sua storia, sia la prima persona interessata a valutare, con Letta, se ci sono le condizioni per continuare a fare il guardasigilli con serenita”’. Stefano Fassina, viceministro dell’Economia, anche lui del Pd, manifesta dubbi sulla sfiducia nei confronti di Cancellieri nel corso di una intervista al Tg3: ”Civati deve ricordarsi che fa parte di un partito e che decisioni cosi’ rilevanti si prendono insieme. E’ un’idea di partito inaccettabile quella in cui uno si sveglia e presenta una mozione di sfiducia”. Sul caso del guardasigilli aggiunge: ”Il ministro Cancellieri deve valutare la posizione di una parte significativa della maggioranza: e’ evidente che il rapporto si e’ incrinato e che una valutazione vada fatta”. Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, pone una questione di metodo: ”Si puo’ discutere del caso ma non votare una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Mi pare un atto dovuto che la maggioranza la respinga”. Sono state le notizie di alcune telefonate che evidenzierebbero altri contatti nel corso dell’estate tra il guardasigilli e Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, a riaprire le polemiche dopo le comunicazioni di Cancellieri in Senato e alla Camera dello scorso 5 novembre che sembravano aver chiarito la propria posizione dopo la pubblicazione delle prime intercettazioni telefoniche che mostravano preoccupazione per lo stato di salute di Giulia Ligresti, figlia di cari amici di famiglia, detenuta nel carcere di Novara. Nell’ eventualita’ di dimissioni o di sfiducia della Camera nei confronti del guardasigilli, prenderebbe quota l’ipotesi di un rimpasto dell’ esecutivo. Dopo la scissione di Scelta Civica, sono i montiani a premere per questa soluzione facendo presente che Mario Mauro, ministro della Difesa, avvicinatosi alle posizioni dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, non li rappresenta piu’ nel governo di larghe intese. Un ruolo maggiore lo chiede pure la nuova formazione capeggiata da Angelino Alfano dopo la scissione dal Pdl. Le controversie nel Pd riguardano, oltre il caso Cancellieri, i risultati dei congressi territoriali. ”E’ la prima volta da vent’anni che D’Alema perde un congresso, era un suo disegno quello di dire ”Renzi vince le primarie, ma nei segretari di circolo e tra gli iscritti non ce la fa’. D’Alema pensa che se vinciamo noi distruggiamo la sinistra, dimenticando che l’hanno distrutta loro la sinistra che noi dovremo ricostruire”, dichiara il sindaco Firenze a ”Che tempo che fa” facendo presente che i dati lo danno vincitore anche tra gli iscritti in attesa delle primarie dell’8 dicembre in cui potranno votare tutti gli elettori piddini. Per il Comitato Cuperlo il 43,9% dei voti degli iscritti sarebbe andato al proprio candidato mentre Renzi si attesterebbe non oltre il 42.1%. Secondo i renziani, il sindaco di Firenze avrebbe il 46% e Cuperlo il 38,6%. Renzi torna intanto a rassicurare sul futuro dell’esecutivo presieduto da Enrico Letta nel caso venga eletto segretario del Pd: ”Ci sono momenti in cui bisogna fare un passo indietro. Mi piacerebbe giocare la partita per il Paese, ma ora c’e’ un governo in carica e credo che sarebbe ingiusto da parte mia mettere l’ambizione personale prima degli interessi del Paese”. gar/mau