Pdl: avvenuta scissione, governativi non vanno a CN. Alfano, non ho paura

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(askanews) – Roma, 16 nov – Alla fine la rottura nel Pdl e’ arrivata. Rinviata, nascosta, smentita in queste ultime settimane, l’uscita del gruppo guidato da Angelino Alfano dal partito – ma soprattutto la non adesione alla nuova Forza Italia che verra’ lanciata oggi al Consiglio nazionale del Popolo della Liberta’ e al quale gli alfaniani non parteciperanno – e’ giunta ieri sera, al termine di una frenetica giornata. Silvio Berlusconi sempre ieri ha fatto un ultimo tentativo per scongiurare la scissione, inviando un messaggio a tutti i parlamentari pidiellini. Un estremo richiamo all’unita’ certo ma anche un chiaro avvertimento ai ”filogovernativi’, a coloro cioe’ che non vogliono seguire lui e l’ala dura del partito sulla strada della crisi di governo (e forse delle conseguenti elezioni anticipate): ”Domani sara’ l’occasione per confrontarci e discutere, come si fa in ogni famiglia”, ha scritto il Cavaliere. Come dire, voglio vedere in faccia chi vuole tradirmi. Una velata minaccia che non ha pero’ spostato Alfano e i suoi dalla strada intrapresa. ”Saremo attaccati – ha detto ieri in serata il vicepremier nel corso dell’incontro con l’ala governativa – ma non avremo paura, combatteremo per affermare le nostre idee. Questa sera abbiamo un grande alleato: la nostra buona coscienza, la buona coscienza di chi le ha provate tutte prima di arrivare a questa decisione”. Alfano ha chiarito che ”noi siamo sempre a fianco del presidente Berlusconi, continueremo a sostenerlo, continueremo a collaborare con lui e col suo movimento politico che e’ stato anche il nostro. Ma – ha puntualizzato – questa non e’ la Forza Italia che abbiamo conosciuto nel ’94”. L’atto che ha reso concreta la scissione e’ stato l’annuncio della costituzione da parte degli alfaniani di gruppi parlamentari autonomi, che si chiameranno ‘Nuovo dentrodestra’. Duro su questo il commento del leader dei cosiddetti ‘lealisti’, Raffaele Fitto. ”Da Alfano – sono state le parole dell’ex ministro – e’ venuto un atto gravissimo contro la sua stessa storia e contro Silvio Berlusconi, i nostri programmi e i nostri elettori. Il vero popolo di centrodestra giudichera”’. Una decisione, quella di dare vita a nuovi gruppi parlamentari che ha portato il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani a dimettersi dall’incarico. ”Dopo aver preso atto della costituzione del nuovo gruppo al Senato, nato da una costola del Pdl – ha detto Schifani – ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni da presidente del gruppo del Pdl a Palazzo Madama”. Analoga decisione e’ stata presa dal vicecapogruppo del Pdl al Senato, Giuseppe Esposito. I nuovi gruppi parlamentari sembrano gia’ avere una loro consistenza. Il senatore Roberto Formigoni, uno dei piu’ decisi a non seguire Berlusconi nella rinnovata avventura di Forza Italia, ha parlato ieri di 37 ‘governativi’ al Senato e 23 alla Camera. ”Abbiamo proposto anche oggi a Berlusconi il nostro documento per salvaguardare il governo – ha poi spiegato – Berlusconi sembrava convinto, ma i falchi gli hanno detto di no”. Sulla possibilita’ che dai nuovi gruppi parlamentari possa nascere un partito Formigoni ha sottolineato come sia ”evidente che oltre che in Parlamento, ci siano sul territorio consiglieri e amministratori” che decideranno di non aderire a Forza Italia. Il nuovo partito sarebbe quindi ”una evoluzione naturale della quale pero’ non abbiamo ancora iniziato a parlare”. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ieri ha sostenuto, dal canto suo, che ”’e’ con grande sofferenza e grande dispiacere che andiamo verso la formazione di gruppi autonomi. Abbiamo lavorato per l’unita’ del nostro partito, sul sostegno al governo: riteniamo che non si possa lasciare al buio il, Paese, che non lo si possa mettere in ginocchio e soprattutto che quello che nasce non puo’ essere un partito estremista”. Sulla possibilita’ che questa iniziativa possa concludersi con un buco nell’acqua, un po’ come accaduto a Gianfranco Fini Lupi ha detto di ”non avere paura di fare la fine” dell’ex leader di An, perche’ ”per noi parlano venti anni di storia in cui abbiamo dimostrato che Berlusconi e’ e rimane un punto di riferimento dell’area moderata”. Comunque, ha aggiunto questa mattina in un’intervista a ‘Repubblica’, ”non ho alcuna paura di essere definito traditore. Tradisce chi non stima la propria storia e i propri elettori, che ci chiedono di non far cadere il governo, di non mettere il Paese nuovamente in ginocchio con una crisi al buio e di diminuire le tasse”. Secondo Lupi ”il virus che ha preso FI e’ pensare che l’unita’ si costruisca nella gara di lealta’ intorno a Berlusconi e non sulla forza della sua proposta politica”. Anche perche’, ha detto ancora, ”se FI sara’ il partito che insulta le istituzioni, senza portare avanti la battaglia su liberta’, merito, responsabilita’ e sussidiarieta’, non so che partito potra’ essere. Spero non quello dei baby falchetti”. Ovviamente non teneri i commenti dei ‘lealisti’. Fra questi, l’ex governatore del Lazio, Renata Polverini, ha sostenuto che ”quello compiuto da Alfano e governativi e’ un gesto di cui dovranno rispondere alla loro coscienza e ai nostri elettori. Abbandonare Silvio Berlusconi e’ un atto di profonda vilta”’. Il senatore Lucio Malan si e’ detto invece convinto che ”senza il minimo dubbio oggi la liberta’ in Italia si difende stando insieme a Silvio Berlusconi. Peccato che chi ha idee diverse non venga al Consiglio Nazionale per spiegarle. Forza Italia – ha aggiunto – sara’ la casa di chi vuole la liberta’, rifiuta il declino, la rassegnazione e la sudditanza verso la sinistra e verso l’Europa dei burocrati e delle banche, di chi vuole l’Europa degli europei e dei popoli”. fdv/vlm