Legge elettorale: Ceccanti, Mattarellum? Piace a chi vuole larghe intese

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di Angelo Mina.

(askanews) – Roma, 15 nov – Perche’ tutto questo”innamoramento” per il Mattarellum? A chiederselo e’ ilcostituzionalista Stefano Ceccanti, uno dei 40 saggi che hapredisposto il lavoro preparatorio per il comitato che dovra’redigere una proposta di riforma istituzionale da farapprovare in Parlamento. Il professore Ceccanti, ex senatorePd, e’ scettico sulla validita’ del ricorso al Mattarellumper uscire dalla situazione di stallo del Porcellum: ilrisultato con alta probabilita’ -dice- sarebbe un nuovogoverno di larghe intese. ”Sulla riforma elettorale dobbiamo anzitutto chiarire lagerarchia degli obiettivi. Il mio postulato di partenza-spiega Ceccanti- e’ che al primo posto non possa non starel’uscita dalle larghe intese obbligate a cui siamo staticostretti dopo le ultime elezioni. Difficile sostenere chel’individuazione dei singoli eletti, superando le lungheliste bloccate, con collegi uninominali e liste corte (megliodelle preferenze), possa essere ritenuta di importanzamaggiore. Ovviamente il postulato puo’ non essere condivisoe, viceversa, si puo’ ritenere che le larghe intese debbanoprotrarsi anche nella prossima legislatura, anche se benpochi lo sostengono in pubblico. In tal caso sarebbe tuttomolto piu’ semplice. Basterebbe una legge piu’ proporzionale,magari mettendo una soglia, ad esempio, del 40 per cento, perl’accesso al premio in unico turno di voto: pero’ non si dicache questa scelta sarebbe neutra, sarebbe invece unostrumento del tutto congruente con quel disegno politico”. ”Se si accetta il mio postulato, evitare il ripetersi dilarghe intese come priorita’ -spiega ancora Ceccanti-,bisogna quindi, per individuare gli strumenti piu’ coerenti,procedere ad un’analisi del voto delle ultime politiche perindividuarne i caratteri strutturali, in particolare suilivelli di consenso futuri del partito antisistema, ilMovimento 5 Stelle”. D – Questo cosa vuol dire?.

CECCANTI – ”Dal momento che i suffragi da esso raccoltisono stati in negativo, soprattutto per la delusione e perl’inconcludenza dei due poli maggiori, e’ alquanto dubbio chel’attuale governo di larghe intese (a scanso di equivoci:l’unico possibile, che il Pd fa bene a sostenere) cheobiettivamente non puo’ non navigare alla giornata, possasgonfiare quel fenomeno di protesta. E’ ragionevole quindiattendersi una persistenza degli orientamenti dell’elettoratosu tre schieramenti maggiori quasi equivalenti che rischiacosi’ di riprodursi ad oltranza”. D – Quali sono i problemi della legge vigente che possonofavorire questo esito?.

CECCANTI – ”Anzitutto il sistema dei premi regionali alSenato che rischiano di bilanciarsi tra di loro, riproducendoun Senato senza maggioranza. La formula della Camera, che haproblemi di costituzionalita’ per l’eccessiva distorsionevoti/seggi, sarebbe invece ottima dal punto di vista dellafunzionalita’: occorrerebbe superare l’incostituzionalita’,quindi sbarazzarsi dell’acqua sporca, non rinunciandoall’individuazione del vincitore, tenendosi quindi ilbambino. Altro nodo classico e’ il doppio rapporto fiduciarioCamera/Senato: problema costituzionale la cui importanza e’elevata allo Zenit dalle analisi sul voto dei 18-25 enni, chepossono votare solo alla Camera. Secondo Itanes il Movimento5 Stelle ha preso tra di loro il 44,4 per cento rispetto allamedia del 25,5 per cento. In queste condizioni, com’e’abbastanza intuitivo, pensare che anche una formulaelettorale identica possa produrre effetti identici traCamera e Senato significa affrontare serie dosi dirischio”.

D- Secondo lei qual e’ la strada piu’ praticabile e utileda seguire?.

CECCANTI – ”La formula migliore di cui si discute(migliore secondo il mio postulato iniziale) quella deldoppio turno di coalizione, che nel rapporto dei saggi algoverno e’ abbinata alla forma di governo parlamentare delprimo ministro non a caso con un’unica Camera che da’ lafiducia, presenta anch’essa qualche rischio nel contestoattuale. La Corte costituzionale ha un’udienza il 3 dicembresu un ricorso postole dalla Cassazione. Non e’ scontato cheil quesito sia ammissibile e neanche che, in caso positivo,la Corte possa e debba decidere subito. Non si vede pertantoper quale motivo il Parlamento debba affrettarsi a varare unariforma elettorale a Costituzione invariata, definendola come’provvisoria’, dato che in Italia, come sappiamo, non c’e’nulla di piu’ stabile di cio’ che viene presentato comeprovvisorio. Sull’onda della critica al premio della Camera,una volta scartata quella soluzione, si rischia di giungere auna legge si’ costituzionale, ma funzionale a larghe intese aoltranza. Un esito da rifiutare”. D – C’e’ chi propone invece il ritorno al Mattarellum. Leicosa ne pensa?.

CECCANTI – ”Non mi e’ chiaro l’improvviso innamoramentoper la legge Mattarella che, nel contesto elettorale dato,non darebbe maggioranze ne’ alla Camera ne’ al Senato. Giovaricordare che quella legge produsse risultati bipolarizzantinonostante le volonta’ di vari esponenti del pentapartito chene condizionarono in modo decisivo l’approvazione. Essiimmaginarono che le residue forze di centro avessero comunquepiu’ del 20 per cento dei voti e si rivelassero cosi’decisivi dopo il voto. In realta’ il polo di centro era incorso di ridimensionamento verso il 15 per cento e solo perquesto fatto le elezioni del 1994 diedero un vincitore allacamera e un quasi vincitore al senato. Qui invece la forzadel M5S non sembra al di sotto del 20 per cento. Per di piu’,ad adiuvandum, l’obiettivo dei centristi di allora era diessere decisivi dopo il governo, qui invece il M5S intendeessere decisivo per obbligare le altre due minoranze adaccordarsi tra di loro per dimostrare la profezia falsa chesarebbero equivalenti. Allora, insomma, si era di fronte soloa una logica di parte ma non anche a un atteggiamentosfascista anti-sistema, come quello di oggi, a cui sarebbepertanto grave arrendersi. Per di piu’ immaginare diapprovare una riforma in tutta fretta in queste settimaneoltre che controproducente appare anche irrealistico. Nonvale quindi la pena di abbandonarsi a nessuna ansia daprestazione. Visto che a dicembre entrera’ finalmente invigore la legge costituzionale di procedura che rafforza unatantum le garanzie del 138, e che per quella data lefibrillazioni dovrebbero essersi stabilizzate, si potra’partire dalla via maestra, la riforma costituzionale, e inparticolare dal superamento del doppio rapporto fiduciariotra camera e senato per poi, a catena, riformarecoerentemente la legge elettorale. Se il lavoro fosse gia’iniziato anche la Corte sarebbe indotta ad astenersi da formedi supplenza anomala.

Non ci sono scorciatoie”.

D – Ma se si confermasse una convergenza politica sulMattarellum, si potrebbe trovare una soluzione praticabile,finalizzata all’indicazione di una maggioranza di governo?. CECCANTI – ”Comunque, se proprio si vuole imboccare lastrada della legge Mattarella, e’ ovvio che tutte leobiezioni prima esposte si riferiscono alla riproposizionetale e quale della legge Mattarella o solo con debolicorrettivi: ad esempio l’eliminazione dello scorporo, purlogica e doverosa, sposterebbe in realta’ solo un numerolimitato di seggi. Diverso sarebbe il caso se si riprendesseuna vecchia proposta di Augusto Barbera, la quale divideva il25 per cento proporzionale in due: una quota di recuperoproporzionale incomprimibile del 10% e una quota mobile del15%. Questa seconda potrebbe essere utilizzata come ‘clausoladi salvaguardia maggioritaria’ a favore della coalizione cheavesse ottenuto piu’ seggi nei collegi. Se essa non avesseraggiunto il 55% dei seggi parte di quella quota mobilepotrebbe essere utilizzata fino a raggiungere tale soglia”.

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