Pdl: Berlusconi-Alfano, le posizioni restano distanti

66 5, 1335 -

(askanews) – Roma, 14 nov – Ennesimo confronto ieri sera tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano (e’ terminato dopo mezzanotte). Ed ennesimo rinvio sul problema scissione del Pdl, ad appena due giorni dal Consiglio nazionale del partito che rilancera’ Forza Italia e probabilmente annuncera’ la scelta di Berlusconi di non continuare a sostenere l’attuale governo. Secondo le indiscrezioni, le posizioni non si sarebbero avvicinate. Alfano avrebbe confermato che l’ala governativa del Pdl e’ determinata nel battersi contro la decadenza di Berlusconi dal Senato ma non ha intenzione di ritirare l’appoggio all’esecutivo, qualora fosse questa la proposta del Cavaliere al Consiglio nazionale di dopodomani. Il vicepremier ha inoltre posto una condizione alla partecipazione dei governativi al Consiglio nazionale: in quella sede dev’essere garantita la possibilita’ di aprire il confronto senza prevedere il solo intervento di Berlusconi. L’unita’ del partito sarebbe garantita solo dalla scelta di depurarlo da posizioni estremiste, avrebbe detto Alfano sostenendo che il rinvio del Consiglio nazionale di dopodomani aiuterebbe a rasserenare gli animi. Berlusconi avrebbe confermato di ritenere impossibile continuare a governare con il Pd nel caso di una sua decadenza: il via libera all’esclusione dal Senato equivarrebbe alla fine delle larghe intese. Prima dell’incontro con l’ex premier, Alfano si era riunito con gli altri quattro ministri del Pdl che condividono la sua linea. E’ stata confermata la proposta di tenere separate le questioni che riguardano il governo da quelle inerenti la decadenza di Berlusconi, pur cercando di rinviare la data del voto dell’Aula del Senato. ”Se non lavoriamo nell’interesse dell’Italia, continueranno a mandarci a casa tutti: falchi e falchetti, centrodestra e centrosinistra”, dichiara Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti. ”C’e’ una parte del partito purtroppo che punta a estremizzare le posizioni di Berlusconi”, e’ l’opinione di Nunzia De Girolamo, ministro dell’Agricoltura. ”Ogni volta che Berlusconi butta il ponte levatoio nel tentativo di costruire una nuova unita’, chi lavora per la rottura usa il fuoco di dichiarazioni offensive per distruggerlo”, avrebbe detto Alfano ai propri colleghi di governo precisando che ”se il voto sulla decadenza e’ slittato da settembre a novembre non e’ stato merito dei falchi”. Il vicepremier ha ricevuto dagli altri ministri del Pdl il mandato di continuare il dialogo con Berlusconi per arrivare a una mediazione, non escludendo pero’ la possibilita’ che il muro contro muro possa portare la componente governativa del Pdl a disertare il Consiglio nazionale. Sull’ipotesi di ulteriore rinvio del voto del Senato arriva lo stop del Pd. ”Non e’ pensabile nessuna ipotesi di slittamento: e’ inutile che il Pdl cerchi alibi”, dichiara Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd. A drammatizzare la situazione ci pensa anche la dichiarazione dell’ avvocato Franco Coppi che parla di ”ipotesi di grazia tramontata”. Quindi, non sara’ formalizzata nessuna richiesta di questo tipo al presidente Giorgio Napolitano da parte dei famigliari di Berlusconi. Alle posizioni di Alfano, che vorrebbe mantenere il Pdl unito e proseguire nell’esperienza delle larghe intese nonostante l’eventuale decadenza di Berlusconi, replica Raffaele Fitto, leader dei cosiddetti lealisti del Pdl: accusa i governativi del suo partito di ”ipocrisia”in quanto userebbero ”parole dolci” ma senza dimostrare con i fatti la propria solidarieta’ al Cavaliere. I governativi del Pdl rispondono a loro volta sostenendo che quelli che la pensano come Fitto hanno come unico obiettivo quello di far saltare le ipotesi di mediazione dando per scontata la scissione. Le due ali del partito, con ripetute riunioni con Berlusconi, cercano di influire sulla decisione finale del Cavaliere. I governativi in particolare provano a convincerlo che la crisi di governo non avrebbe effetti positivi sul Pdl (la penserebbero cosi’ i famigliari piu’ vicini a Berlusconi). I lealisti sostengono invece che proprio le elezioni anticipate ridarebbero chance di risalita nei consensi al Pdl malgrado l’incandidabilita’ di Berlusconi che pero’ lo scontro elettorale rimetterebbe al centro dell’attenzione confermando la sua posizione di leader. Come e’ sempre, l’ultima parola spetta al Cavaliere. Ha solo 48 ore per decidere se confermare la riunione del Consiglio nazionale e quale discorso svolgere. gar/cam