Pd: Morassut, rischia di morire per colpa delle cordate interne

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(askanews) – Roma, 12 nov – ”La campagna di tesseramento che hacaratterizzato questa prima fase del Congresso del PD imponea tutto il Partito e a tutto il gruppo dirigente unariflessione assai severa sulla qualita’ e sulla natura delnostro rapporto con la societa’ che si esprime – seppure informe e quantita’ diverse – sia attraverso gli iscritti cheattraverso gli elettori”. Lo scrive Roberto Morassut, membrodella commissione nazionale del Partito Democratico per ilcongresso in una nota.

”Il Partito – spiega Morassut – e’ minacciato in moltiterritori dalla penetrazione di forme organizzate piu’ o menogravi di degenerazione vera e propria. Girarsi dall’altraparte o dire che tutto questo riguarda solo casi marginali eche esiste una campagna di delegittimazione del Pd e’sbagliato ma anche colpevole. Noi vogliamo rappresentareun’Italia diversa da quella che ritiene la politica ed ipartiti una cosa irrimediabilmente sporca da gettare alleortiche o di cui servirsi per i propri vantaggi. Quindi nonpossiamo permetterci il dilagare di fenomeni di corrompimentodella vita interna in occasione del momento piu’ alto dellavita di un partito, quello dell’iscrizione”. ”Occorre – continua Morassut – prendere atto conserieta’ di un dato: dal 2009 al settembre del 2013 gliiscritti al Pd sono calati da circa 800 mila a 250 mila perpoi risalire in due mesi a circa 400 mila. Questo e’ avvenutoproprio nel periodo in cui si e’ professata fin tropporetoricamente la necessita’ di un partito ”strutturato” inpolemica con un presunto partito ‘liquido’ esistente primadel 2009. I numeri dimostrano una realta’ drammaticamentecontraria: mentre si professava il partito strutturato lostesso partito diventava liquefatto. L’unica cosa che si e’davvero ‘strutturata’ dal 2009 sono le cordate correntizienazionali e locali che, come oggi si vede plasticamente, sonovettori di infezione interna, rischiano di finire fuoricontrollo anche per i loro referenti nazionali. Allora ilCongresso dovrebbe servire per invertire questa rotta erestituire dignita’ alla vita interna del PartitoDemocratico. E la responsabilita’ di una svolta spetta algruppo dirigente che ricopre le maggiori responsabilita’ di Partito e di governo ed ai candidati segretari . Cioe’ acoloro che in questo momento rivestono maggiore ruolo.

Occorre che ognuno decida di dismettere le attuali correntiinterne del Pd”. ”Cosi’ come sono – conclude Morassut – rappresentano undanno per il Pd e inducono tutti a scendere sul terreno di unconfronto interno vuoto di idee e fatto solo di tessere,nomine e preferenze elettorali. Bisogna sciogliereautonomamente le correnti e le aree che vivono oggi nel Pd.

So che si rispondera’ di no in nome del pluralismo e delrealismo ma questa sarebbe solo una risposta miope se nonipocrita. In tutta Italia le attuali correnti sono vettori dicrescenti influenze di sistemi di interesse non sempretrasparenti che rischiano di allontanare la parte miglioredella nostra base associativa e dei nostri piu’ affezionatielettori. La nostra gente dopo i fatti di questi giorniaspetta un segno. Sbaraccare le correnti attuali ericostruire il pluralismo su basi politiche e non di poteresarebbe il segno che abbiamo capito la gravita’ dei rischiche corriamo. Ogni corrente cominci almeno ad allontanare suiterritori le figure meno raccomandabili e piu’ discusse cheusano la corrente stessa come veicolo di potere interno.

Qualche tessera o delegato o preferenza in meno e’ un prezzominimo per tutelare la dignita’ di tutti”.

com-ceg