Legge stabilita’: Cuperlo a sindacati, basta sacrifici lavoratori

DIC 9, 1335 -

(askanews) – Roma, 12 nov – ”Siamo nel mezzo della settimana dimobilitazione unitaria indetta sulla Legge di Stabilita’, esento il dovere nei confronti di tutti i lavoratori, ipensionati, i giovani precari che sto incontrando in giro perl’Italia, di dire che il mondo del lavoro, quello che hapagato il prezzo piu’ alto nella crisi, ha il diritto divedere in Parlamento quelle modifiche al testo del Governoche diano il senso, anche parziale, di un impegno perl’equita”’. Lo scrive il candidato alla segreteria del Pd,Gianni Cuperlo, in una lettera inviata ai segretari generalidi Cgil, Cisl e Uil, in occasione degli scioperi indetticontro la legge di stabilita’.

”So bene il costo, anche economico, che le ore disciopero comportano per i singoli lavoratori, che gia’subiscono gli effetti della crisi, la perdita di potered’acquisto, una svalutazione del loro ruolo e della lorofunzione sociale. E percio’ – continua Cuperlo – voglioesprimere il piu’ profondo rispetto per questa forma dimobilitazione. So bene quanto importante sia il valoredell’unita’ sindacale, e quanto prezioso esso si sia rivelatoin tutti i passaggi nevralgici della storia del nostroPaese”.

”Quello che stiamo vivendo e’ un momento cruciale. Nonsfugge a nessuno la dimensione della crisi e i vincoliangusti in cui ci muoviamo. E dovremmo avere piu’ coraggionel definire con l’Europa un percorso che ci aiuti a uscirein piedi dalla spirale recessiva in cui siamo precipitati. Masono convinto che, proprio per queste difficolta’, ilpassaggio della Legge di Stabilita’ sia un ‘banco di prova’non solo per il Governo, ma anche e soprattutto per le forzepolitiche che in Parlamento, per senso di responsabilita’,saranno chiamate ad approvare la manovra finanziaria”,aggiunge Cuperlo.

”Come deputato della Repubblica, prima che come candidatoalla guida del Pd, il mio impegno – e quello di tutto il miogruppo – sara’ dare segni concreti che marchino la manovranel segno dello sviluppo e della giustizia sociale. Non e’possibile continuare a chiedere sacrifici ai pensionati, aidipendenti pubblici o limitare l’incisivita’ del cuneofiscale in nome della salvaguardia dei conti pubblici, e poicercare di infilare nel testo condoni e sanatorie o magaripensare di vendere le spiagge. E’ sbagliato riproporreinterventi che suonerebbero come una presa in giro per chi fafatica oggi ad andare avanti con la pensione minima. E’sbagliato intervenire sull’Irpef attraverso l’ampliamentodella no tax area: vorrebbe dire beneficiare anche chiguadagna milioni di reddito mentre dobbiamo destinare lepoche risorse disponibili a chi e’ piu’ in difficolta’.

A fronte delle notizie allarmanti sull’esaurimento dei fondiper la Cig e’ necessario chiedere in maniera netta e otteneremisure in grado di aiutare la crescita. La priorita’ e’ illavoro e l’aiuto a chi oggi ha di meno e ha gia’ pagato dipiu’. Non e’ possibile accontentare tutti: con i condoni ilPaese non riparte. E’ necessario, invece, ridurre latassazione sul lavoro, spostare risorse dalle rendite versole fasce di reddito piu’ deboli, verso le pensionimedio-basse che piu’ hanno sofferto della deindicizzazione everso chi il lavoro lo ha perso o non ce l’ha. E penso ainostri giovani, quelli che magari non scendono in piazza enon scioperano in questi, ma che tutti insieme abbiamo ildovere di rappresentare. Dobbiamo assumerci laresponsabilita’ di intervenire sulla qualita’ (e non sullaquantita’) della spesa pubblica, colpendo quelle sacche diprivilegi che hanno bloccato l’ammodernamento dello Stato.

In tutto questo, mi pare di cogliere lo spirito e il valoredi fondo della vostra mobilitazione, che ci aiuta a nonsmarrire la rotta. Credo che una politica degna di questonome debba saper ascoltare il mondo del lavoro che,unitariamente, fa sentire la sua voce. Debba sentirne tuttala forza e la dignita’, in un tempo in cui qualcuno sipermette di dire che i problemi dell’Italia sono i sindacatie i pensionati. Credo che nel confronto, nel dialogo costantecon i diversi soggetti che popolano questo mondo, la politica- e, vorrei dire, la sinistra – debba ritrovare quella fontedi legittimazione che la renda uno strumento reale dicambiamento. Quel cambiamento di cui l’Italia ha bisogno peruscire da questo ventennio di declino e riprendere la via diuno sviluppo equo e sostenibile”, conclude Cuperlo.

com-ceg