Legge elettorale: il flop al Senato rivela carenza di progetti condivisi

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di Angelo Mina.

(askanews) – Roma, 12 nov – Per la riforma elettorale la giornatadi oggi al Senato non e’ stata decisiva, come moltipensavano, pur se ugualmente importante. La bocciatura dell’ordine del giorno del Pd che proponevaun sistema a doppio turno e il rivio di almeno dieci giornidell’esame degli altri Odg presentati da Lega Nord e M5S chepropongono il ritorno al Mattarellum, nel loro insieme fannopropendere per la non esistenza di condizioni politiche pervarare una riforma elettorale che cancelli il vituperatoPorcellum.

E’ evidente a questo punto che manca un accordo politicosu una proposta condivisa. Ma a ben vedere – e la cosa non e’iperbolica come potrebbe sembrare – non ci sono i partiti.

Non ci sono per il ruolo che dovrebbero svolgere ma anchecome soggetti che dovrebbero essere portatori di unorientamento, di un’idea. Se il Pdl e’ ormai un partito uno ebino, la condizione del Pd non e’ certo spensierata vistocome appare diviso al suo interno in vista dell’elezione delsegretario.

La Lega Nord pur annaspando tutta nello sforzo di rimanerea galla e’ anchessa divisa non si sa in quante parti. Ilmorbo della divisione ha contagiato anche Scelta Civica ormaiprossima ad una spaccatura. Il M5S rivendica compattezza, manon si capisce intorno a cosa se non a Grillo (e forseneanche piu’ tanto). Restano i partiti minori come Sel e Udcche pero’ nonostante le aspirazioni (sempre molto alte) nonappaiono in grado di incidere non avendo peraltro proposteoriginali proprie. Di fronte a questa devastazione che rischia di incideresulla qualita’ della nostra democrazia, il pensiero va atempi ormai molto lontani, quasi 70 anni, quando pur uscendoda una guerra mondiale e in presenza di una nascente guerrafredda altri uomini riuscirono ad esprimere progetti e atrovare convergenze politiche. E’ il caso della Costituente – e il paragone per quantoirriverente per quegli ‘altri uomini’ ma dettato dallevolonta’ di oggi di modificare la Costituzione – dove dueconcezioni di Stato, di governo e di democrazia furonoproposte e sulle quali venne fatta una scelta che fuincardinata nella Carta costituzionale. Il riferimento ad ”allora” e’ motivato dal fatto che siala legge elettorale sia le riforme che il Comitato, dopo illavoro della Commissione dei Saggi, dovra’ affrontareinvestono l’idea (e la qualita’) dello Stato, del governo edella democrazia. Il flop di oggi al Senato pare dimostrare proprio lamancanza di un’idea di riforma e di legge elettorale ad essacoerente. Il tutto rinviato di dieci giorni ma in realta’ inattesa della pronuncia della Corte Costituzionale sperandoche questa possa trovare una via d’uscita che la politica nonriesce a trovare. Anche alla Costituente si fronteggiavano un’ideapresidenziale e un’idea parlamentare. A sostenere la primaerano personaggi del calibro di Sturzo e Dossetti, ma inparte anche Costantino Mortati; la seconda da Tomaso Perassi,Giuseppe Capograssi, Aldo Moro e poi da Alcide De Gasperi.

Con l’ordine del giorno Perassi – era il dicembre del ’46 -venne bocciata sia l’ipotesi presidenziale sia quella delgoverno direttoriale a vantaggio di un sistema parlamentare,mettendo pero’ in guardia da ”degenerazioni delparlamentarismo”. Contemporaneamente venivano presentati Odg sul Senato(Francesco Saverio Nitti) e sulla Camera (Antonio Giolitti).

E’ vero che la scelta parlamentare e proporzionale vennerafforzata dalla preoccupazione (siamo gia’ nella guerrafredda) che un governo di forte autorita’ cadesse in manoalla sinistra, ma e’ un fatto che su questa si trovo’ unaccordo politico di alto profilo. Oggi sorge solo tristezza osservando che di fronte ai nomidi allora ci siano quelli di ”porcellum” e del suo ideatoreCalderoli e che un desiderio inconfessato trova consensotrasversale: quello di avere un sistema elettorale che dia aicittadini l’illusione di decidere loro, ma che in realta’riporta il potere di dare vita alle maggioranze di governoalle trattative dei partiti – piu’ precisamente dellerispettive oligarchie – successive al giorno dellevotazioni.

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