Poverta’: ‘Alleanza’, serve piano nazionale per fronteggiarla

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(askanews) – Roma, 11 nov – L”Alleanza contro la poverta’ inItalia’ chiedera’ al governo, gia’ dal 2014, l’applicazionedi un ‘Piano Nazionale contro la Poverta” che ”dovra’costituire un livello essenziale delle prestazioni sociali equindi interamente finanziato dallo Stato”.

Il piano dovrebbe contenere le indicazioni concrete perintrodurre gradualmente una misura nazionale che si basi suuna logica non strettamente assistenziale ma che sostenga unatteggiamento attivo dei soggetti beneficiaridell’intervento. Per questo, e’ necessario impegnare dasubito risorse adeguate a far partire il Piano nazionale enon limitarsi al modesto finanziamento attualmente previstonel disegno di legge di stabilita’. Secondo quanto specificato dalle associazioni aderentiall”Alleanza’, eventuali finanziamenti con fondi europeipotrebbero essere utilizzati parzialmente durante latransizione, ma solo in presenza di un chiaro impegno delloStato per la situazione a regime. Il possibile contributofinanziario di donatori privati svolgera’ un ruolo dirilievo, con funzione complementare rispetto al necessariofinanziamento statale del livello essenziale.

Il finanziamento statale, spiegano, non svilisce quelloche e’ gia’ stato realizzato nel territorio contro lapoverta’ che dovra’ anzi essere valorizzato e confluire nellariforma. Da una parte, le risorse attualmente impiegate nellalotta alla poverta’ a livello regionale e territorialedovranno rimanere comunque destinate alla spesa sociale perle famiglie in condizione disagiata. Allo stesso modo, tuttoil patrimonio di esperienze maturate a livello territoriale,da parte di enti locali, terzo settore e organizzazionisociali, dovra’ essere valorizzato nella costruzione dellariforma e confluire in essa. Tra i punti del Piano nazionale, c’e’ il principio digradualita’: nel primo anno riceveranno la misura un numerosignificativo di persone e ogni annualita’ successiva vedra’il numero degli utenti aumentare rispetto alla precedente.

L’ultimo anno corrispondera’ al primo della misura a regime.

Occorrera’ inoltre specificare l’ampliamento dell’utenza, eil relativo finanziamento, previsto per ogni precedenteannualita’.

Altro punto e’ quello che vede prima di tutto aiuti per ipiu’ deboli: si comincia da coloro che versano in condizionieconomiche piu’ critiche e progressivamente si copre anchechi sta ”un po’ meno peggio” sino a rivolgersi – a partiredall’ultimo anno della transizione – a tutti i nuclei inpoverta’ assoluta. Per le associazioni, e’ necessario iniziare da subito coni servizi. Quindi, gia’ dal 2014, dovrebbe costituire ildiritto ad una prestazione monetaria accompagnatodall’erogazione dei servizi necessari ad acquisire nuovecompetenze e/o organizzare diversamente la propria. Inoltre, il Piano prevede l’assicurazione di unacontinuita’ nelle prestazioni nazionali sperimentali o unatantum gia’ esistenti contro la poverta’ assolutaconfluiranno progressivamente nella misura. Cio’ riguarda,innanzitutto, la sperimentazione di ‘nuova social card’, la’Carta per l’inclusione sociale’ e la carta Acquistitradizionale.

Altro obiettivo e’ quello di evitare la cosidetta ‘guerratra poveri’: la legge di stabilita’ vedra’ altre misure peril welfare sociale in discussione, a partire dai fondinazionali. L’investimento sulla lotta alla poverta’ assolutanon puo’ considerarsi in alcun modo sostitutivo delnecessario rifinanziamento di questi fondi. Allo stesso modo, le risorse necessarie per finanziare lamisura contro la poverta’ assoluta non dovranno essererecuperate togliendole ad altre fasce deboli o a rischio difragilita’ della popolazione. Infine, il Piano ha come obiettivo la valorizzazione dellapartecipazione sociale, cioe’ il coinvolgimento delleorganizzazioni sociali e del terzo settore con le istituzioniinteressate, sia nella programmazione che nella progettazionee gestione degli interventi.

res/rus