Pd: Renzi, un errore difendere il ministro Cancellieri

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(askanews) – Roma, 8 nov – ”Se fossi stato il segretario del Pd, avrei chiesto le dimissioni del ministro Cancellieri. Non indigna la telefonata in cui si preoccupa di Giulia Ligresti, perche’ se riceve una segnalazione di un problema reale, il problema non si pone. Mi scandalizza che il ministro della Giustizia dica alla compagna dell’arrestato che l’arresto non e’ giusto, non va bene”. Lo dichiara Matteo Renzi, ospite ieri sera della trasmissione ”Servizio pubblico” di Michele Santoro su La7. Il sindaco di Firenze aggiunge: ”Cancellieri avrebbe fatto un servizio al Paese dimettendosi”. L’episodio confermerebbe infatti, secondo Renzi, l’inaccettabile commistione tra politica, economia e istituzioni. Il candidato alla segreteria del Pd parla anche dell’emergenza carceraria: ”Affrontarla partendo solo dall’amnistia e dall’indulto e’ inaccettabile perche’ la politica carceraria non si fa liberando con uno spot demagogico per un anno le persone ma riformando la Bossi-Fini o la Fini-Giovanardi”. Renzi si rivolge al suo partito: ”La vicenda del ministro Cancellieri e’ emblematica. Se il ministro, che probabilmente e’ una persona per bene, avesse capito che era il momento di dare un segnale e fare un passo indietro sarebbe stato meglio, ma ora il Pd deve fare una solenne promessa: di fronte alle regole del mondo dell’ economia, la politica non deve piu’ essere succube agli interessi delle famiglie e degli amici degli amici ma prova a fare un percorso in cui legge e’ uguale per tutti”. Quanto alla mozione di sfiducia presentata dal M5S, Renzi spiega che ”nel gruppo Pd si decide insieme, un gioco democratico che oggi fa soltanto il Pd per gestire opinioni diverse. Chi la pensa come me lo dira’. Se il Pd votasse per la mozione di sfiducia ma non si ponesse il problema di eliminare l’intreccio tra politica ed economia restando subalterno, sarebbe morto”. Il favorito nella corsa alle primarie del Pd per eleggere il nuovo segretario non pensa allo scioglimento delle Camere e ribadisce che i suoi rapporti con il premier Enrico Letta sono piu’ che buoni e che le sue ambizioni personali rispetto a una sua eventuale premiership possono aspettare: ”Andare a elezioni anticipate non sarebbe una catastrofe ma non credo che avverra’, non credo sia il caso”. Poi fa un auspicio: ”Il 2014 e’ l’anno in cui capiamo se in Parlamento c’e’ il bluff: si e’ parlato per anni di riforme, il Pd ha una maggioranza schiacciante alla Camera e relativa al Senato: se ha gli attributi, incalzi la maggioranza parlamentare per vedere se le cose si fanno o no”. Sui contenuti puntualizza: ”Il governo doveva fare la riforma della legge elettorale, sono tre anni, anche quando c’era Monti, che dicono che e’ urgentissima. Ora i gruppi in Parlamento hanno l’occasione di fare una legge elettorale dove chi arriva primo vince e al massimo per decidere chi vince si fa il ballottaggio, senza fare inciuci”. Poi annuncia: ”Se eletto alla segreteria del Pd, la settimana successiva alle primarie il primo appuntamento sara’ una visita nella Terra dei fuochi (le province di Napoli e Caserta NdR) per dire: noi non stiamo nei nostri circoli ma affrontiamo” i problemi reali. Renzi replica al filosofo Massimo Cacciari che lo avverte sulle difficolta’ di gestire un partito ”mai nato” come il Pd e gli suggerisce di puntare piuttosto a palazzo Chigi, seppure non nell’immediato, ”perche’ andare alle elezioni anticipate sarebbe un disastro”: ”Io avverto che c’e’ una nuova generazione che ha voglia di fare e di partecipare. Con questi giovani voglio costruire il partito. Non voglio deluderli”. Il sindaco di Firenze avverte che non accettera’ mediazioni con chi negli anni passati ”non e’ riuscito a vincere” e si dice convinto che non restera’ ostaggio delle varie componenti del Pd. Renzi difende il suo partito dalle annotazioni di Maurizio Belpietro, direttore di ”Libero”, che punta l’indice contro il caos del tesseramento e le polemiche di questi giorni dopo un lungo battibecco sul caso Alitalia: ”Il Pd non e’ un insieme di clan, correnti e bande. Il Pd ha portato a votare 370 mila italiani, delle persone perbene che, lo sottolineo, sono trenta volte quelle che hanno partecipato alle finte parlamentarie de M5S. Il problemi del tesseramento riguardano poche realta”’. Proprio sul tesseramento, la segreteria del Pd ha deciso – con il parere positivo della Commissione per il Congresso – di inviare a ogni componente della Direzione una email in cui si propone con il metodo del silenzio-assenso una modifica del regolamento congressuale che prevede la sospensione del tesseramento dei nuovi iscritti dall’11 al 24 novembre, giorno della Convenzione nazionale. Gianni Cuperlo e’ d’ accordo con questa proposta: ”Ho ribadito al segretario Epifani quello che ho sempre detto: lo stop al tesseramento e’ nell’interesse di tutti. Sospendere il tesseramento non vuol dire comprimere la partecipazione ma evitare altri fenomeni che non fanno il bene del Pd”. Pure Renzi e’ d’ accordo con questa soluzione. Restano scettici Pippo Civati e Gianni Pittella rispetto a una decisione che ora e’ affidata ai componenti della Direzione del Pd. gar/sam/