Riforme: consultazione on-line, a italiani piace il modello Westminster

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di Angelo Mina.

(askanews) – Roma, 5 nov – La prossima settimana la presidenzadel Consiglio rendera’ noti i risultati della grandeconsultazione on-line per conoscere l’orientamento degliitaliani in materia di riforme istituzionali.

Sono decine di migliaia i cittadini che hanno rispostoalle domande di due questionari, pensati non tanto perconoscere il grado di conoscienze giuridiche ecostituzionali, ma per sondare i loro orientamenti inriferimento a impianti istituzionali diversi. In sostanza percapire il loro indice di gradimento su possibili nuoviassetti istituzionali.

Secondo indiscrezioni, la prima sorpresa e’ stata il gradodi conoscenza della materia, oltre le aspettative. Semprestando alle indiscrezioni, gli italiani -se questo e’possibile considerarlo un campione in qualche misurarappresentativo- si dividono tra due modelli: ilsemipresidenzialismo alla francese e il governo del primoministro, secondo lo schema che la dottrina costituzionalistadefinisce Westminster (dal progenitore britannico). Le preferenze in misura maggiore sono andate al sistemadel governo del premier, ma in una forma che si distanziasensibilmente dal modello di riferimento inglese. I cittadiniche hanno espresso il loro favore per questo modello hannopero’ contestualmente indicata la necessita’ di non esagerarela personalizzazione del premier, ipotizzando correzioni chevanno nella direzione di non deprimere il ruolo e l’attivita’del Parlamento.

Se si considera che l’alternativa nelle preferenze e’ ilsemipresidenzialismo, sembra di capire che gli italianivogliono una democrazia decidente che sappia rispondere aitempi nuovi della globalizzazione che richiede una capacita’di risposta ai problemi molto piu’ veloce rispetto alpassato, ma anche al presente.

I cittadini che hanno risposto ai questionari immaginanoun premier che e’ leader del partito o della coalizionepolitica vincente alle elezioni che ottiene l’incarico diformare il governo e che ottiene -lui, personalmente- lafiducia del Parlamento (presupposto sulla base di una Camera)e che ha il potere di nominare e revocare i ministri (tramiteil Capo dello Stato). Gli italiani sarebbero altresi’ favorevoli all’istitutodella sfiducia costruttiva, sul modello vigente in Germania.

In particolare non si esclude anche il potere del premier dichiedere lo scioglimento della Camera, temperato pero’ dallapossibilita’ che il Parlamento in tempi sostanzialmentecontestuali presenti una mozione di sfiducia costruttivasottoscritta da un numero qualificato di parlamentari.

In sostanza a rispondere ai questionari sarebbero staticittadini informati, nel senso che leggono i giornali oltre avedere Tg o talk-show, e che hanno espresso consenso alleimpostazioni fornite dai Saggi della Commissione dei 42.

I Saggi nel loro documento finale hanno delineato treipotesi di forma di governo: quella semipresidenziale allafrancese, il governo del premier o premierato forte e unaforma di governo parlamentare caratterizzata da opportuniinterventi di razionalizzazione nei rapporti tra l’esecutivoe il Parlamento; rapporti che si definiscono squilibrati equindi da riordinare per dare efficacia all’azione delgoverno che manterrebbe sostanzialmente gli stessi poteri dioggi.

Dalla consultazione dei cittadini questa terzaimpostazione risulta poco gradita e schiacciata dallepreferenze rivolte al modello Westminster e in subordine alsemipresidenzialismo alla francese.

Ulteriore elemento che traspare dalle risposte e’ ildesiderio prevalente che il presidente della Repubblica restiun soggetto terzo, quasi neutrale tra le parti politiche econ forte ruolo di garanzia e di controllo.

Ultima considerazione assai significativa e’ che gliitaliani nell’insieme delle risposte sono profondamentescontenti dell’attuale sistema che vorrebbero ”rottamare”,ponendo fine al bicameralismo perfetto a favore di unademocrazia decidente (o governante) secondo quello schema chei costituzionalisti definiscono ”neoparlamentare”, ovveroun rafforzamento del governo parallelo a quello delParlamento, chiamato ad un ruolo di forte controllo e dilegislazione di indirizzo.

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