Province: Saitta, Governo riparta da accorpamenti previsti da Monti

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(askanews) – Roma, 4 nov – ”Il governo attuale deve ripartire dadove Monti aveva finito: dagli accorpamenti edall’eliminazione di 7mila enti statali che avrebbero portatoun risparmio di 5 miliardi di euro. Il governo Letta ripartada li’ utilizzando anche i dati elaborati dal Censis chepresenteremo domani alla nostra assemblea annuale”. Questoil commento del presidente dell’Unione delle provinced’Italia e presidente della Provincia di Torino, AntonioSaitta nella conferenza stampa tenutasi oggi con ilpresidente del Censis Giuseppe Roma e il ricercatore MarcoBaldi, per spiegare la modalita’ di elaborazione dellaricerca dell’istituto che verra’ presentata domani al TeatroQuirino.

”La posizione del governo Letta – ha detto Saitta – e’ digrande restaurazione, nel senso che si va ancora indietro: ilddl Delrio sposta l’ente provincia nell’area degli enti’opachi’ (con il meccanismo dei consorzi), quindi le provincerestano sulla carta, l’organizzazione statale pure restacosi’ com’e’ e rimane la burocrazia dello Stato che non vuoleessere cambiata”. Questo perche’ ”da qualche anno – haaggiunto – ci sono danni provocati da una non conoscenza deldiritto costituzionale da parte di chi governa”.

Eppure, come ammette lo stesso presidente dell’Upi, pareche il ddl Delrio sia stato modificato sia dal ministro chedalla commissione competente, anche se ancora le province nonhanno visionato gli eventuali emendamenti: ”credo – ha dettoSaitta – che qualche nostra osservazione abbia cominciato afare breccia.

Il nostro attivismo – ha spiegato ancora il presidente – noncorrisponde ad un’esigenza di conservazione ma solo adun’esigenza di aiutare il Parlamento ad avere elementi anchedi carattere scientifico”. E proprio per questo, annunciaSaitta, ”il 20 novembre presenteremo uno studio fatto dadiversi economisti appartenenti a piu’ aree politiche e chefara’ una stima degli effetti provocati dalla nostraeventuale abolizione”. Alla base di questo studio, spiegaSaitta, c’e’ anche l’aspetto relativo alla questione lavoro,cioe’ quante persone attualmente impiegate nelle provincerischierebbero, con l’attuazione del ddl Delrio, di rimaneresenza posto di lavoro.

Su questo tema, Saitta ha voluto precisare che tra tuttigli enti locali, le province sono quelle che negli anni hannorivisto la mobilita’ del personale: ”quando ho cominciato ioa fare il presidente di provincia – ha detto Saitta – c’erano2100 dipendenti. Oggi sono 1700”.

Infine, il presidente dell’Upi si e’ soffermato su quelloche per lui e’ il vero problema italiano: il localismo.

”C’e’ la necessita’ di dare risposte subito sulle grandiinfrastrutture: se aboliamo le province, i tempi diventerannoinfiniti e questo agevolera’ il processo di favorire ilocalismi. Laddove ci sono regioni piccole – ha spiegatoSaitta concludendo il suo intervento – le province non cidevono essere: ma nelle regioni grandi, ci devono stareperche’ fungono da mediatori”.

red/rus