Privacy: Garante Ue, su intelligence decidono singoli stati, non Unione

MAR 1, 1330 -

(askanews) – Roma, 29 ott – ”Noi, come Europa, non siamocompetenti in materia di intelligence, che spetta ai singolistati membri. E questa e’ una nostra debolezza: ecco perche’al’ultimo summit europeo si sono valutate le questioni intermini generali ma non si e’ potuti approdare a unadecisione giuridica, se non quella di accelerare ilpacchettto europeo delle regole che serviranno a una maggioreprotezione dei database pubblici e privati”. Questo quantoha spiegato Giovanni Buttarelli, magistrato e garante europeoaggiunto per la protezione dei dati personali ai microfoni diRadio1, specificando che ”c’e’ una convenzione che si chiama’cyber crime’, che non si applica solo sui reati informatici,ma in tutte le occasioni in cui un organo investigativoraccoglie prove on-line e prevede il principio diproporzionalita’, che in questo caso non e’ statoapplicato”.

”Sul tema intelligence – continua Buttarelli – si sonomosse le autorita’ di protezione dei dati ma anche i variPaesi, i vari organi europei, come la Commissione europea eil Parlamento europeo, con un’indagine che dovrebbe terminarealla fine del’anno, e si e’ anche costituita una task-forcebilatarale, anche da parte statunitense, per avere un quadropiu’ oggetivo, obbiettivo possibile”.

”La verita’ e’ che queste rivelazioni, seppur criticateda parte Usa per alcuni eccessi sono talmente consistenti econvergenti da essere difficilmente confutabili”, hachiarito Buttarelli, che ha concluso: ”negli Usa vi e’ unabase legale che ha introdotto con una legge generica alcuneopportunita’ di esercitare quest’attivita’ che poi ha avutoun’estensione nei fatti. Non ne sappiamo nulla, perche’ negliStati Uniti anche un organo di controllo, di supervisionelavora in incognito”.

red/rus