Pensioni: Meloni scrive a Napolitano su presidenti Corte Costituzionale

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(askanews) – Roma, 15 ott – ”Illustre Signor Presidente dellaRepubblica, Ci rivolgiamo a Lei per ottenere una Suaautorevole valutazione riguardo una questione che investe laCorte Costituzionale, il massimo organo di garanzia delnostro ordinamento”. Lo scrive il presidente dei Deputatidi Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nella lettera inviataal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano epubblicata oggi da ”Il Giornale”.

”Come noto, il comma 5 dell’articolo 135 della Costituzionestabilisce che ‘la Corte elegge tra i suoi componenti,secondo le norme stabilite dalla legge, il Presidente, cherimane in carica per un triennio, ed e’ rieleggibile, fermiin ogni caso i termini di scadenza dall’ufficio di giudice’.

La Carta prevede, quindi, che la carica di Presidente dellaConsulta sia di natura elettiva e che il mandato duri, dinorma, tre anni, o anche sei anni in caso di rielezione -continua Meloni -. A fronte di cio’, invero, una prassi piu’che consolidata negli anni vuole che, volta a volta, vengaindicato alla carica di Presidente il membro piu’ anzianodella Corte, che cessa dalla carica prima della scadenza deltriennio per sopraggiunti limiti di eta’, dando spazio alsuccessore anagraficamente piu’ prossimo. In molti casi laPresidenza e’ assunta per pochissimi mesi, forse nemmenonecessari per istruire ed organizzare il lavoro connesso allafunzione. Ne consegue che, salvo rarissime eccezioni, tutti igiudici della Corte cessano il loro incarico con la carica diPresidente. Tale circostanza, tuttavia, determina, a favoredel Presidente cessato, il beneficio di ottenere untrattamento pensionistico ed una indennita’ maggioraterispetto al diritto acquisito sino all’assunzione dellacarica presidenziale”. ”Pur comprendendo che tale comportamento rientra nellepotesta’ dell’Organo e nei profili di legittimita’ – prosegueMeloni – ci chiediamo e Le chiediamo, Illustre Presidente, setutto questo non risulti essere una ‘elusione’ di quantostabilito dai Costituenti, finalizzata non al migliorfunzionamento della Corte, ma all’ottenimento di un vantaggiopersonale da parte dei suoi membri. La circostanza apparestridere con la giusta ma dolorosa riforma pensionistica cheimpone alle giovani generazioni il diritto al vitaliziocommisurato e limitato all’entita’ dei contributieffettivamente versati, ma diviene addirittura odiosa, ove sirammenti che la stessa Corte Costituzionale ha recentementeritenuto, con sentenza 116/2013, di bocciare il contributo disolidarieta’ sulle ‘pensioni d’oro’ e sancito che le stessesono di fatto intoccabili anche per il futuro.

Comprese quelle scaturite grazie alla ‘rotazione’ dellaPresidenza adottata dalla Corte stessa”. ”In questa drammatica fase dell’economia, in cui l’interaNazione e’ chiamata a grandi sacrifici, non vi e’ chi nonveda – Signor Presidente – come il sistema autoreferenzialeinstaurato all’interno della massima Corte rischi, se non ditradire lo spirito della Costituzione, certamente di farperdere prestigio e credibilita’ alle Istituzioni, acuendoquello iato tra i cittadini e lo Stato che Ella ha piu’ volteautorevolmente denunciato all’attenzione della politicatutta. Alla luce di quanto esposto, ed in considerazionedella Sua affermata e riconosciuta sensibilita’, Lechiediamo, Signor Presidente, di voler esercitare il Suo altoruolo di indirizzo verso i membri della Consulta perche’cessi definitivamente una consuetudine che non si addice alprestigio della Corte Costituzionale. Questo Suo autorevoleintervento sarebbe, altresi’, di stimolo alle Istituzionitutte per mettere definitivamente fine a tutte le pratichesimilari che consentono, grazie ad anacronistiche norme, apochi ma influenti privilegiati di vedersi riconosciuta dalloStato una ”pensione d’oro” non corrispondente aglieffettivi contributi versati e spesso, purtroppo, neppure aiservigi offerti alla Nazione.Con Stima ed Osservanza”,conclude Meloni.

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