Farmaci: negli ipermercati costano il 14% in meno (1UPD)

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(askanews) – Roma, 10 ott – ”Memorizzare il prezzo dei farmaciche si acquistano abitualmente. E se sembra troppo alto, nonfarsi problemi a chiedere uno sconto o a cambiare puntovendita; prima di andare in farmacia controllare sempre cio’che si ha gia’ in casa. Evitare l’effetto accumulonell’armadietto. Non c’e’ alcun bisogno di avere un analgesico diverso per ilmal di denti, il mal di testa e i dolori mestruali. Ne bastauno, nonostante la pubblicita’ faccia credere che ne serveuno diverso per ogni evenienza. Alcuni, pur chiamandosi connomi diversi, sono praticamente sovrapponibili: hanno effettoanalogo se non addirittura gli stessi principi attivi. Per non accumulare doppioni inutili e’ fondamentalememorizzare i farmaci con il loro principio attivo, in mododa chiedere al farmacista il piu’ economico con lo stessoprincipio attivo”. Questi i consigli di Altroconsumo che hacondotto una indagine sui farmaci, sottolineando che negliipermercati costano il 14% in meno.

Il mercato dei farmaci vive una fase di stallo e i canalialternativi alla farmacia, in assenza di una liberalizzazioneorganica e incisiva, non riescono piu’ a garantire i prezzicompetitivi di qualche anno fa sui farmaci senza obbligo diricetta, completamente a carico del cittadino. Questo spiegainfatti l’inchiesta condotta da Altroconsumo sui prezzi deifarmaci e i canali di vendita.

Qualche differenza esiste, ma non basta, il settore stagna enon si vedono benefici per i cittadini. Gli ipermercati, puraumentando i prezzi del 9,1% in due anni, sono ancora ilcanale piu’ conveniente: comprare i farmaci nella grandedistribuzione costa circa il 14% in meno rispetto sia allefarmacie sia alle parafarmacie. Queste ultime nell’ultimobiennio hanno aumentato i prezzi del 7,1%, di fattoallineandoli a quelli delle farmacie. L’indagine di Altroconsumo ha scattato una foto precisa; traaprile e giugno rilevati i prezzi di 69 farmaci da banco, ipiu’ noti e utilizzati, in dieci citta’: Milano, Roma,Torino, Napoli, Genova, Verona, Bologna, Firenze, Bari ePalermo. Coinvolti 139 punti vendita: 109 farmacie, 15parafarmacie, 15 ipermercati. Quasi diecimila prezzi raccoltiper valutare quanto variano i prezzi di uno stesso farmaconei diversi punti vendita di ciascun canale (farmacia,parafarmacia o ipermercato), stabilire quale di questi trecanali sia il piu’ conveniente e capire come e’ evoluto ilmercato. La misura voluta dal governo Monti – sconti anche suimedicinali con ricetta, compresi quelli rimborsabili (fasciaA) se a pagarli e’ direttamente il cittadino – e’ stataazzoppata. Infatti solo 5,5% delle 109 farmacie interpellatedichiara di scontare questi medicinali: del resto perche’farlo, se i farmaci con ricetta possono essere venduti soloin farmacia e non in un altro canale concorrente? Questifarmaci dovrebbero poter essere venduti anche nelleparafarmacie e nei corner salute degli ipermercati, dove adispensarli c’e’ sempre e comunque un farmacista, figurapresente e garante nei canali di distribuzione alternativi.

Se non si spezza il vincolo alla distribuzione laliberalizzazione non parte: a rimetterci saranno i cittadini,le finanze e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale,il sistema-Paese.

Altroconsumo ha ribadito questa richiesta segnalando irisultati dell’inchiesta ai ministeri dello SviluppoEconomico e della Salute chiedendo interventi risolutori inmateria di distribuzione dei farmaci ai cittadini e rilanciodella concorrenza nel settore.

In attesa di misure svecchianti il settore, i consumatoridevono continuare a esercitare un ruolo attivo perrisparmiare nel districarsi tra i farmaci, per esempiooptando sempre per il generico-equivalente. com-ram