Governo: tra Pd e Pdl rispunta l’Imu e riesplode la polemica

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(askanews) – Roma, 8 ott – Il Pd, forte del recente voto di fiducia ottenuto dall’esecutivo, prova a cambiare il decreto che abolisce la tassa sugli immobili evidenziando le emergenze economiche. Il Pdl, da sempre favorevole alla cancellazione dell’imposta, punta i piedi. La polemica riesplode perche’ le commissioni Bilancio e Finanze della Camera che stanno esaminando il decreto sull’Imu, presiedute da Francesco Boccia (Pd) e Daniele Capezzone (Pdl), hanno deciso di riammettere un emendamento a firma del deputato Maino Marchi, capogruppo del Pd nella commissione Bilancio, che prevede il pagamento della prima rata della tassa per chi possiede case con rendita catastale oltre i 750 euro. In un primo tempo l’emendamento era stato dichiarato non ammissibile ”per estraneita’ di materia”, in quanto usava una parte della formulazione per indicare che con le risorse risparmiate con l’Imu si poteva riportare l’aliquota Iva dal 22 al 21%. I presidenti delle due commissioni, valutando i ricorsi sugli emendamenti, hanno pero’ riammesso il comma che riguarda l’Imu. Il Pdl obietta che reintrodurre l’Imu per le abitazioni con rendita catastale superiore a 750 euro significa colpire la quasi la totalita’ delle case nei centri urbani di medie dimensioni. Tra gli emendamenti presentati dal Pd ci sono anche quelli che introducono il prelievo Irpef sul 50% dei redditi derivanti da terreni e immobili sfitti ed estendono l’ esenzione del pagamento dell’Imu per le prime case concesse in comodato ai familiari. Nel testo che illustra le decisioni dei presidenti delle Commissioni della Camera si rileva che per quanto riguarda le proposte emendative relative al pagamento della prima rata Imu si tratta di disposizioni ”su cui e’ gia’ stata data attuazione” con i conseguenti trasferimenti agli enti locali. Boccia e Capezzone si augurano ”opportuni approfondimenti in sede di discussione”. La votazione sugli emendamenti comincera’ oggi e il decreto dovrebbe arrivare nell’Aula di Montecitorio tra domani e giovedi’. Avverte Capezzone: ”Se il Pd non ritira l’ emendamento a firma Marchi, compie un atto di autolesionismo politico. E’ un emendamento punitivo verso una quota rilevantissima di contribuenti. Inoltre si determinerebbe un problema rispetto ai trasferimenti gia’ avvenuti agli enti locali”. Dichiara Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica che fa parte della commissione Bilancio: ”Se la fiducia ricevuta la scorsa settimana dal governo Letta ha un valore politico, questo deve essere dato dalla fine delle contrapposizioni di natura solo propagandistica, come quella sull’Imu. Proviamo a migliorare il decreto evitando che l’abolizione dell’Imu sulla prima casa finisca per apparire un regalo in favore dei piu’ ricchi”. A parere di Boccia, il contenuto del decreto dell’esecutivo ”mira a una progressivita’ della tassa ed e’ per questo corretto, ora stiamo discutendo del provvedimento che riguarda la prima rata Imu, incassata in questi giorni dai Comuni come richiesto dall’Anci”. Da qui un ammonimento: ”Riaprire il dibattito sulla prima rata significherebbe fra l’altro creare squilibri fra i Comuni che ricevono i trasferimenti”. Il presidente della commissione Bilancio ha chiesto ai gruppi parlamentari, ai relatori e al governo di ritirare gli emendamenti che riguardano le norme sulla cancellazione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali. Sono 145 gli emendamenti dichiarati ammissibili e 14 quelli ripescati dopo i ricorsi per inammissibilita’. Marchi dichiara di accettare l’invito del presidente della commissione Bilancio, a condizione che ”il governo dia risposte soddisfacenti su una serie di temi: rientro entro il 3% del rapporto deficit-Pil, pieno finanziamento della cassa integrazione, effetti sui redditi piu’ bassi e sugli esercizi commerciali dell’aumento dell’Iva”. Il deputato del Pd chiede inoltre che rimanga aperto il confronto sull’Imu in previsione della Service tax che dovrebbe sostituire del tutto quell’imposta. Questo confronto nella maggioranza di governo avviene mentre arrivano brutte notizie relative all’Iva. Nei primi otto mesi del 2013 il gettito e’ calato del 5,2% (-3,724 milioni di euro). Lo ha comunicato il Ministero dell’Economia e delle Finanze spiegando che ”l’andamento riflette la riduzione del gettito della componente relativa agli scambi interni (-2,0%) e del prelievo sulle importazioni (-22,1%) che risentono fortemente dell’andamento del ciclo economico sfavorevole”. gar/red