Carceri: Napolitano, ora rimedi straordinari, anche indulto e… (1 Upd)

54 1, 1322 -

(askanews) – Roma, 8 ott – Nel corso del messaggio alle Cameresulla situazione carceraria, il Presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, ha voluto sottolineare la necessita’ di”considerare rimedi straordinari”, a cominciare”dall’indulto, che puo’ essere applicato ad un ambitoesteso” e che deve essere accompagnato ”con misure idoneefinalizzate al reinserimento dei carcerati, che devono essereseguiti lungo il percorso di risocializzazione”.

All’indulto, inoltre, ”potrebbe aggiungersi l’amnistia”, haspiegato Napolitano.

”L’opportunita’ di adottare congiuntamente amnistia eindulto – ha illustrato Napolitano – deriva dalle diversecaratteristiche dei due strumenti di clemenza. L’indulto, adifferenza dell’amnistia, impone di celebrare comunque ilprocesso per accertare la colpevolezza o meno dell’imputatoe, se del caso, applicare il condono, totale o parziale,della pena irrogata (e quindi – al contrario dell’amnistiache estingue il reato – non elimina la necessita’ delprocesso, ma annulla, o riduce, la pena inflitta)”. ”L’effetto combinato dei due provvedimenti (un indulto disufficiente ampiezza, ad esempio pari a tre anni direclusione, e una amnistia avente ad oggetto fattispecie dinon rilevante gravita’) potrebbe conseguire rapidamente iseguenti risultati positivi: l’indulto – ha spiegatoNapolitano – avrebbe l’immediato effetto di ridurreconsiderevolmente la popolazione carceraria. Dai dati del DAPrisulta che al 30 giugno 2013 circa 24.000 condannati in viadefinitiva si trovavano ad espiare una pena detentiva residuanon superiore a tre anni; essi quindi per la maggior partesarebbero scarcerati a seguito di indulto, riportando ilnumero dei detenuti verso la capienza regolamentare;l’amnistia consentirebbe di definire immediatamente numerosiprocedimenti per fatti ‘bagatellari’ (destinati di frequentealla prescrizione se non in primo grado, nei gradi successividel giudizio), permettendo ai giudici di dedicarsi aiprocedimenti per reati piu’ gravi e con detenuti incarcerazione preventiva. Cio’ avrebbe l’effetto – oltre chedi accelerare in via generale i tempi della giustizia – diridurre il periodo sofferto in custodia cautelare primadell’intervento della sentenza definitiva (o comunque primadi una pronuncia di condanna, ancorche’ non irrevocabile);inoltre, un provvedimento generale di clemenza – con ilconseguente rilevante decremento del carico di lavoro degliuffici – potrebbe sicuramente facilitare l’attuazione dellariforma della geografia giudiziaria, recentemente divenutaoperativa”.

”La rilevante riduzione complessiva del numero deidetenuti (sia di quelli in espiazione di una condannadefinitiva che di quelli in custodia cautelare), derivantedai provvedimenti di amnistia e di indulto, consentirebbe diottenere il risultato di adempiere tempestivamente alleprescrizioni della Corte europea, e insieme, soprattutto, dirispettare i principi costituzionali in tema di esecuzionedella pena”, ha aggiunto Napolitano.

ceg/vlm