Pdl: Gelmini, bene gli stati generali, noi lealisti siamo maggioranza

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(askanews) – Roma, 7 ott – ”Se e’ vero che il bene piu’ preziosoe’ nello stesso tempo l’unita’ del Pdl e la stabilita’ delgoverno, accompagnata da fatti concreti, questi due motorinon possono restare immobili. E nessuno puo’ dire ‘nondisturbate il manovratore’. Oggi l’attenzione deve essererivolta al partito. Troppi di noi hanno atteso con pazienzache la stagione del nuovo segretario portasse i frutti di unadirezione articolata e competente, un coinvolgimento ampio eun ricambio generazionale a tutti i livelli e ci siamoimprovvisamente svegliati, una mattina, con il partito inmano ai falchi a fronteggiare le colombe della delegazione digoverno. Mi chiedo: come si e’ potuti arrivare a tuttoquesto? Come hanno potuto due minoranze prendere la scenapolitica e ridurla ad una resa dei conti: ‘o con noi o controdi noi?”’. Se lo chiede, il vicepresidente vicario del Pdlalla Camera, Mariastella Gelmini, in un’intervista alCorriere della Sera.

”Per onesta’ intellettuale dico che sarebbe troppo facilee autoassolutorio rovesciare sul segretario Alfano tutte leresponsabilita’ perche’ le questioni sono complesse, maproprio per questo abbiamo il dovere di aprire con serenita’e spirito costruttivo, senza contese personali, unariflessione profonda all’interno del partito. Lo dobbiamo ainostri elettori e al presidente Berlusconi che con la sualeadership ha costruito l’unita’ dei moderati, un patrimonioda non disperdere. Dobbiamo interrogarci – prosegue Gelmini -su cosa ha rappresentato in questi anni e cosa vuolerappresentare davvero il centrodestra di Berlusconi. Non miriconosco nella posizione dei falchi che riduce ilberlusconismo ad una forma chiusa e autoreferenziale. E perquanto mi senta una moderata trovo lo stesso rischio,rovesciato, nella loro attuale posizione”.

”Il collega Fitto pone due questioni difficilmenteeludibili: l’identita’ del centrodestra, ma anche lanecessita’ di introdurre la selezione democratica dellaclasse dirigente a tutti i livelli. Attraverso il congresso,e nel frattempo, almeno gli stati generali. Abbiamo attesoanche troppo. Noi lealisti – sottolinea Gelmini -rappresentiamo il main stream del partito, il grandecorpaccione, che magari non e’ cosi’ organizzato, ma che e’in sintonia con la base dei militanti: bastava guardare ierila reazione della nostra gente sui social network. Il partitonon si riduce a due minoranze: ne’ quella dei falchi maneppure quella dei governativi. Io sono per natura e culturauna moderata, ma temo una deriva neocentrista, lontana dalnostro elettorato. Occorre fare le riforme liberali,altrimenti si rischia la fine di Monti”.

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