Berlusconi: atteso voto Giunta, si prova a ricucire gli strappi nel Pdl

SET , 1321 -

(askanews) – Roma, 4 ott – La Giunta per le elezioni del Senato convocata in seduta pubblica alle presso la Sala Koch di palazzo Madama deve esprimersi sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Il presidente della Giunta e relatore di maggioranza Dario Stefano, Sel, spiega che ”dalla radio al tablet abbiamo voluto operare nella direzione, che reputo doverosa, di attivare tutta la strumentazione oggi tecnologicamente disponibile al fine di consentire a tutti i cittadini interessati, oltre agli addetti ai lavori, di seguire in tempo reale la seduta”. Le norme che regolano i lavori della Giunta prevedono che dopo la relazione di Stefano possano intervenire Berlusconi, che pero’ ha escluso questa eventualita’ ritenendo che la Giunta abbia gia’ maturato un orientamento sfavorevole nei suoi confronti, e gli avvocati difensori. Ieri Berlusconi, uscendo dal Senato dove si era recato per incontrare il capogruppo del Pdl Renato Schifani, ha confermato la sua decisione: ”Non ci saro’. Abbiamo presentato una memoria difensiva. Sono pero’ convinto che otterro’ la revisione del processo e l’annullamento dalla Corte europea. Si tratta di una sentenza politica indegna, architettata a tavolino per eliminare il leader del centrodestra”. La Giunta, alla fine della seduta pubblica, si riunira’ in Camera di Consiglio. Il verdetto finale potrebbe arrivare questo pomeriggio o nella mattinata di domani, perche’ i commissari hanno a disposizione 48 ore per emanare il proprio verdetto. Tocchera’ infine all’Aula del Senato esprimersi, entro il mese di ottobre, sulla decisione della Giunta. Berlusconi, oltre che con i problemi giudiziari, deve fare i conti con le divisioni nel Pdl. Ieri ha deciso di annullare la manifestazione che era stata organizzata per oggi a piazza Farnese in concomitanza con i lavori della Giunta del Senato. Dopo il voto di fiducia ottenuto dal governo e le divisioni del centrodestra, l’ex premier ha deciso di non provocare nuove polemiche. Il tentativo che stanno facendo in queste ore le ”colombe” del Pdl, quelle che avevano di confermare la fiducia all’esecutivo a prescindere dalle decisioni del Cavaliere, e’ di riaprire il dialogo con il centrosinistra affinche’ venga accolta almeno una delle richieste che gli avvocati hanno inserito nella memoria difensiva (per esempio l’attesa del parere di una istituzione internazionale sull’opportunita’ della decadenza). Ipotesi finora respinta e che appare difficilmente realizzabile. Enrico Letta ha infatti ribadito nel corso del dibattito sul voto di fiducia al governo che ”vanno separate le questioni della giustizia che riguardano un singolo” dall’attivita’ programmatica dell’esecutivo. Berlusconi prova intanto a ricucire gli strappi nel Pdl. Nelle riunioni a palazzo Grazioli avrebbe ripetuto quanto detto ai cronisti dopo la riunione con Schifani al Senato: ”Con Alfano non c’e’ alcuna frizione. Hanno sempre detto che il nostro e’ un partito di plastica, senza interlocuzione. Io penso che ora ci sia solo qualche contrasto interno e questo partito abbia finalmente personalita’. Anche nelle mie aziende i collaboratori migliori sono quelli che un rapporto dialettico con i loro superiori”. Berlusconi si e’ anche detto certo della giustezza della scelta sofferta di aver confermato la fiducia al governo perche’ il premier Letta ha fornito opportune rassicurazioni sul suo programma. Angelino Alfano, che ha capeggiato nei giorni scorsi insieme agli altri ministri del Pdl la rivolta contro le posizioni del Cavaliere, ha dovuto annullare un incontro gia’ fissato con Berlusconi per andare nell’ isola di Lampedusa dopo la notizia della tragedia della morte di oltre un centinaio di migranti. Per lo stesso motivo e’ stata rinviata la conferenza stampa che il vicepremier doveva tenere a mezzogiorno a Palazzo Chigi con gli altri ministri pidiellini. In serata e’ stato consegnato a Berlusconi un documento firmato da oltre cento parlamentari del Pdl, nel quale viene ribadita la leadership dell’ex premier nel partito e la volonta’ di difenderlo contro gli assalti giudiziari. A consegnarlo a palazzo Grazioli ci ha pensato una delegazione composta da una ventina tra deputati e senatori, tra cui Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Denis Verdini, Sandro Bondi, Daniele Capezzone, Daniela Santanche’, Augusto Minzolini Saverio Romano, Giuseppe Galati, Gianfranco Rotondi, Lucio Malan, Renata Polverini, Maria Elisabetta Casellati, Michaela Biancofiore, Debora Bergamini, Renato Brunetta e Raffaele Fitto. L’iniziativa non e’ stata apprezzata dai dissenzienti del Pdl che hanno rinviato la decisione della formalizzazione di due autonomi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato nel tentativo di non chiudere del tutto il dialogo con i berlusconiani piu’ intransigenti. E’ Roberto Formigoni a precisare cosa intendono fare quanti la pensano come i ministri del Pdl: ”Per ora lottiamo dall’interno perche’ passino i nostri tre punti: appoggio al governo Letta; creare una struttura democratica del partito; coerenza del Pdl con la linea del Partito popolare europeo”. gar/cam