Iva: M5S Camera, Pdl e Pd pensano ad altro ma per pmi lacrime e sangue

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(askanews) – Roma, 1 ott – ”Berlusconi si preoccupa soltanto deisuoi affari giudiziari, cambia posizione ogni tre ore eintanto ricatta il Paese. Il Pd e’ assorbito nella lottapre-congressuale del ”Renzi contro tutti’. L’informazione sifa usare quale arma di distrazione di massa. E intanto gliitaliani e le Pmi del commercio pagano con lacrime e sanguel’aumento dell’Iva”. Lo scrivono in una nota i deputati delM5S.

SebastianoBarbanti, capogruppo del MoVimento inCommissione Finanze, chiosa: ”Il Governo con questo colpo discena, quasi imprevisto fino a pochi giorni fa, ha mandatoall’aria tutto il castello di carte che aveva costruito, uncastello basato su qualche sgravio e tanti rinvii. Orascatteranno le inevitabili clausole di salvaguardia e gliacconti sulle tasse dell’anno prossimo daranno un’ulteriorebatosta a imprese e cittadini. Prosegue dunque il massacrodei governi delle tasse e del debito”. ”Fu proprio ilgoverno Berlusconi-Tremonti, con unaclausola di salvaguardia, ad aprire, nel 2011, la stradaall’aumento dal 20% al 21% – ricordano i deputati M5S -. El’ex premier ebbe la faccia tosta di dire allora che nonc’era problema perche’ il rincaro non colpiva i beni di primanecessita’. Monti, successivamente, ha programmato l’aumentodal 21 al 23%, salvo poi dimezzarlo e rinviarlo, lasciandoinfine il cerino in mano a Letta. Ora – aggiuge il M5S Camera- i partiti di maggioranza hanno deciso di rompere il pattoscellerato delle larghe intese al momento giusto. Lasceneggiata di Berlusconi ha tolto le castagne dal fuoco alministro Saccomanni, l’uomo dei poteri forti internazionaliche in questo modo non ha bisogno di trovare il miliardo cheserviva per bloccare l’aumento della tassa sui consumi perl’ultimo trimestre 2013”. I deputati M5Schiudono: ”La rottura tra Pd e Pdl sembraquasi telecomandata: una manna nella stupida logicadell’austerity che predica piu’ tasse per i poveri e favorialle lobby dei soliti noti. Logica che deprime la crescita edunque, alla fine, non tiene nemmeno a bada i saldi dibilancio in relazione all’ottusita’ dei parametri europeideficit/Pil e debito/Pil”.

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