Politica coesione: Doxa, la conosce meno della meta’ degli italiani

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(askanews) – Roma, 20 set – Il 45,1% degli italiani dichiara diconoscere la politica di coesione, mentre l’80,9% e’ aconoscenza che l’Italia o la Regione in cui vivono ricevonofondi dall’Unione europea per lo sviluppo del territorio. Il54,4% possiede informazioni piu’ specifiche affermando diaver sentito parlare dei fondi strutturali. In questo ambitoi piu’ informati risultano gli abitanti del Friuli VeneziaGiulia (69,8), seguiti da quelli del Molise (69,1) e dellaSardegna (67,1%). Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indaginecommissionata all’istituto Doxa dal Dipartimento per loSviluppo e la Coesione economica del Ministerro delloSviluppo economico per verificare il grado di conoscenzadella politica di coesione da parte del grande pubblico, deibeneficiari dei fondi strutturali e delle istituzioni. Come vengono utilizzati e cosa finanziano i fondi Ue e’noto solo al 51,3% ma gli abitanti delle regioni cherientrano nell’Obiettivo Convergenza (Campania, Calabria,Puglia e Sicilia) ne sa un po’ di piu’ (54,1%) soprattutto ipugliesi (56,3%) a fronte del 49,5% del Nord Ovest, il 50%del Nord Est e il 50,8% del Centro. Circa il 62% degliintervistati ha acquisito queste informazioni tramite la TV,il 37,7% dalla stampa e il 29,1% dalla rete, canale questocostantemente in crescita e ritenuto tra gli altri il piu’adeguato.

Tra gli intervistati sono i giovani a dichiararsi menoinformati e, tra questi, soprattutto le donne. La fasciad’eta’ tra i 45 e i 70 anni risulta invece piu’ informata, inmerito sia alle opportunita’ genericamente offerte attraversoi Fondi sia a specifici interventi attuati sul territorio.

Relativamente alla qualita’ dell’informazione ricevuta, laricerca ha permesso di rilevare un sostanziale equilibrio trachi e’ soddisfatto, circa il 56% degli intervistati e chi nonlo e’, con un dato pari al 44% del campione, con unapprofondimento sulle cause di questa insoddisfazione.

Figurano, tra queste, la scarsa quantita’ d’informazione, lasua mancanza di chiarezza e comprensibilita’ e l’eccessivatecnicita’ espositiva.

red/mar