Lavoro: Brunetta, solo cambiando legge Fornero fuori da crisi

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(askanews) – Roma, 16 set – ”Il prossimo fine settimana si votain Germania. Vincera’ Angela Merkel, e per l’Europa sarannoguai. O forse no. Infatti, piuttosto che aver paura del nuovociclo della Cancelliera di ferro, forse sarebbe piu’opportuno adottare gli insegnamenti della Germania delpassato, con intelligenza. Contrariamente a quanto e’ statofatto, anche di recente, in Italia. Seguendo questa chiave sipuo’ dire che il governo Letta mostra ancora idee confuse”.

Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera deideputati, in un editoriale pubblicato da ”Il Giornale”. ”Se il presidente del Consiglio Enrico Letta ha enfatizzatolo spirito di ”pace sociale’ con cui Confindustria esindacati sono tornati a parlarsi, per il ministrodell’Economia Fabrizio Saccomanni, il cosiddetto ”Patto diGenova’ mostra ”un conto della spesa molto elevato eimmediatamente posto a carico del bilancio statale con pocorealismo’. Posizioni in contrasto l’una con l’altra, chesegnano la distanza non solo tra premier e ministrodell’Economia ma anche governo e parti sociali. Per nonparlare di chi, data la scarsita’ di risorse, azzarda ancheuno scambio riduzione del cuneo fiscale-aumento dell’Iva”.

La riforma del mercato del lavoro, prosegue Brunetta, ”conl’obiettivo di eliminare le rigidita’ strutturali checaratterizzano l’economia italiana puo’ diventare una dellechiavi di volta per uscire dalla crisi. L’urgenza di taleriforma e’ ancora maggiore se si pensa che l’Italia non pu o’piu’ utilizzare la svalutazione competitiva che rendeva iprodotti pi u’ convenienti sui mercati esteri”. ”Il governo, pertanto, ha solo due leve alternative:abbassare la tassazione diretta, che rientra come componentenella formazione dei prezzi finali; oppure creare un sistemadi norme che consentano la piena flessibilizzazione deisalari, in maniera che crescano ad un tasso moderato, senzacreare pericolose spirali inflazionistiche, solo perche’aumenta la produttivita’. E’ quanto e’ avvenuto in Germanianei primi anni 2000 con le riforme del mercato del lavoro edel welfare promosse dal governo Schroeder e note a tutticome le ”quattro riforme Hartz’, dal nome del direttorerisorse umane di Wolkswagen, che le ha ispirate. Ed e’ quantosi stava facendo in Italia con il governo Berlusconi nellalegislatura cominciata nel 2008 e bruscamente interrotta nel2011 in tema di riforma del sistema di contrattazionesalariale collettiva”. Se la Spagna ha azzerato il suo differenziale sui titolidecennali rispetto all’Italia uscendo dalla recessione,”mentre noi ne siamo dentro ancora fino al collo, non sara’perche’ la Spagna – si domanda l’ex ministro – ha finalmenteriformato il suo mercato del lavoro in chiave tedesca e noino? Ecco, questo e’ il riformismo di cui ha bisogno il nostropaese, su cui la nostra grande coalizione dovrebbe misurarsi.

Altro che dilaniarsi per la decadenza del senatoreBerlusconi”, conclude.

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