8 settembre: 70 anni fa l’Italia disse no al nazifascismo

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(askanews) – Roma, 7 set – ”Il radio messaggio di Eisenhowerarrivo’ a Roma alle 16.30; e ci volle piu’ di un’ora permetterlo in chiaro. Badoglio ci rimase male; la notizia,nonostante tutto, gli giungeva improvvisa”.

Cosi’ l’allora inviato del Corriere della sera, PaoloMonelli, racconto’ nel suo ‘Roma 1943’ (Einaudi, 1993 e 2012)il pomeriggio nel quale, 70 anni fa, ”l’Italia s’illuse chela guerra fosse finita”, come scrisse, invece, Montanelli.

In poche battute i due cronisti fotografaronol’improvvisazione con cui il governo guidato dal marescialloBadoglio – in carica da 45 giorni dopo l’arresto diMussolini, il 25 luglio – si presento’ a quel crucialeappuntamento con la storia, destinato a segnare la finedell’Italia monarchica e la nascita della prima Repubblica.

”L’uomo non e’ adeguato al momento”, andava dicendo inquei giorni il re Vittorio Emanuele III di colui che avevavoluto a capo dell’esecutivo e con il quale, all’albadell’indomani, si sarebbe dato alla fuga.

”Nonostante tutto”, infatti, ancora l’8 settembre, ivertici monarchici, civili e militari dello Stato italiano siilludevano di poter concordare con gli Alleati la data per il’giorno X’, dell’annuncio dell’armistizio. Annuncio che, comunque, nessuno a Roma attendeva prima dimeta’ settembre.

Dettaglio non da poco dal momento che i cinque giorniprecedenti – intercorsi tra la firma della ”versione corta”dell’armistizio e il suo annuncio – erano andati sciupati inuna fatale indecisione, mentre sarebbe stato ancora possibiledisporre un’efficace difesa di Roma e dell’Italia dallascontata ritorsione tedesca allo scioglimento dell’Asse.

Gia’ il 3 settembre, sotto una tenda del ‘Fairfiled camp’alleato in Sicilia, a Cassibile, il generale Castellano avevafirmato, per conto del suo governo, la ”resaincondizionata” dell’Italia: conclusa la scarna cerimonia,fu aperta una bottiglia di whisky, ma nessuno brindo’.

La sola garanzia che l’ufficiale plenipotenziario italianoera riuscito a strappare agli Alleati fu l’operazionedenominata ‘Giant2′: uno sbarco aviotrasportato diparacadutisti su Roma per dare manforte alle truppe italianenella difesa della capitale, una volta annunciato ”iltradimento” ai tedeschi. Che facevano base a Frascati, alleporte meridionali della citta’.

Schiacciato tra la minaccia nazista e la diffidenzaalleata – Roma sarebbe stata bombardata al primo passo falsodi Badoglio e dei suoi – il ‘governo della paura’, per citareancora Montanelli, non ebbe il coraggio di schierare nelladifesa di Roma, al fianco del nuovo alleato, i propri 50milauomini gia’ assemblati nella capitale, a fronte di 30milatedeschi stimati: l’operazione ‘Giant2’ fu annullata, susostanziale richiesta italiana, nella notte tra il 7 e l’8settembre.

Dopo il messaggio pomeridiano di Eisenhower el’anticipazione della capitolazione italiana diffusadall’agenzia di stampa Reuter a causa di una fuga di notizie,alle 19.45 Badoglio ufficializzo’ via radio la richiesta diarmistizio avanzata dal governo italiano aglianglo-americani. E aggiunse che ”la richiesta e’ stataaccolta”.

Da quel momento 900mila soldati del regio esercito, sparsinei fronti europei del conflitto, caddero in baliadell’incertezza e dello sfascio del comando centrale. Gliordini ormai venivano scritti a matita.

Alle 5,10 del mattino successivo un convoglio di autoscortato si allontanava in silenzio dal ministero dellaGuerra, in via XX Settembre. In testa vi era la Fiat 2800grigioverde con a bordo il re e la regina. Lasciavano Roma aperta e ”stuprata”. E l’Italia capi’che un’altra guerra era appena cominciata.

stt/mar/rl