Imu: Manzato (Veneto), passo avanti non si trasformi in due indietro

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(askanews) – Venezia, 29 ago – ”Un passo avanti, che speriamonon si trasformi, cambiando nome alla tassa, in dueindietro”. Franco Manzato, assessore all’agricoltura delVeneto, sintetizza con queste parole il suo commento alDecreto Legge adottato dal Consiglio dei Ministri di ieri,che tra l’altro cancella definitivamente la prima ratadell’Imu sui terreni agricoli, in attesa di un ulterioreprovvedimento che elimini anche la seconda edefinitivamente.

”Certo e’ difficile avere a che fare con uno Stato che ha undebito superiore al 130 per cento del PIL – aggiunge Manzato- e che a mio avviso deve ancora dare un serio esempio divolerlo ridurre (sarebbe la panacea di molti mali italiani)senza tentare di limitarsi a contenerlo e ricorrere aulteriori prelievi fiscali. Ma intanto e’ una buona notiziaper un settore che tiene nonostante la crisi, crea lavoro,valore e ‘made in”’.

Per quanto riguarda la Regione, peraltro – annuncial’assessore – il prossimo passo sara’, deve essere, un fuocodi fila alzo zero per la sburocratizzazione, vero parassitadelle attivita’ economiche italiane e di quelle agricole inparticolare. E’ noto che la burocrazia rappresenta un costo eun impegno altissimo per le imprese e gli imprenditori, ma e’anche un costo per la pubblica amministrazione, che quellecarte le deve poi mettere in ordine, catalogare, controllaree cosi’ via. Se riduciamo i procedimenti, la macchinapubblica costera’ meno e le aziende respireranno di piu’.

Sembra una fatica di Sisifo, e lo sappiamo bene: in Venetosiamo in prima linea da anni per sburocratizzare ma sembraspesso di avere a che fare con incubi materializzati. Iopero’ non demordo”.

Il secondo importante passo per il Veneto riguardera’ unpiano strategico per la zootecnia, segmento in fortesofferenza, oggi anche per quanto riguarda l’avicolo, doveservira’ anche un impegno corale nazionale. Noi siamo Regioneal vertice della produzione nazionale, ma un ventennio dinuova PAC sta trasformando quello italiano in un mercato piu’di consumo che di produzione, a scapito dei nostri allevatorie a favore di quelli dell’Europa centrale. Oggi l’Italiaproduce meno della meta’ della carne che consuma, pur in unperiodo di contrazione dei consumi. E su questo dobbiamointervenire con forza, perche’ la dipendenza alimentaredall’estero rischia di essere il primo passo verso una realeperdita di sovranita”’.

red/rus