Ue: Zaia, regioni italiane ko per colpa di tasse e burocrazia

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(askanews) – Venezia, 24 ago – ”Se non e’ la cronaca di unamorte annunciata poco ci manca. Qualcuno mi spieghi comepotremmo e potremo essere competitivi con una tassazionecomplessiva sulle imprese al 68,6%, con centinaia, per nondire migliaia, di adempimenti burocratici che gravanoquotidianamente sui nostri artigiani, commercianti eimprenditori, adempimenti che rubano ogni anno decine digiorni di lavoro alla produzione, rappresentano costi viviper i bilanci ma soprattutto si smentiscono l’un l’atro inuna guerra folle tra burocrazie che utilizzano le leggi pergiustificare la propria esistenza”. E’ il commento delpresidente della Regione del Veneto Luca Zaia alla notiziadella pubblicazione di una bozza dell’indice dicompetitivita’ regionale 2013 da parte della CommissioneEuropea, che vede le Regioni italiane ben oltre il centesimoposto su 262.

”Di questo passo – prosegue Zaia – andremo a schiantarcicontro un muro di deindustrializzazione e di disoccupazione,rischiando una desertificazione economica che e’ inutileimputare a imprenditori e forze sociali, ma la cui colpa vafatta ricadere unicamente su Governi centrali che continuanoa traccheggiare e a lanciare slogan senza impegnarsi inprovvedimenti concreti e immediati”.

”D’altronde – aggiunge Zaia – le ricette le conosciamo benetutti: una tassazione unica intorno alla media del 46 percento, partendo da un test per il quale candido il Veneto;una conseguente riduzione del cuneo fiscale e previdenzialesulle buste paga dei lavoratori per garantire maggior redditoe quindi stimolare i consumi e ridare alle famiglie un po’ direspiro; far tornare le banche al loro ruolo territoriale;introdurre immediatamente i costi standard in sanita’ e tuttala Pubblica Amministrazione per recuperare immediatamente 30miliardi da destinare allo sviluppo e al lavoro; superare inquesto modo il patto di stabilita’, consentendo agli entilocali e territoriali virtuosi di gestire la levaterritoriale ai fini di un equilibrato e sostenibile sviluppoeconomico”.

”Per quanto tempo ancora dovremo attendere cio’ che e’chiaro a tutti? – si chiede Zaia – Dobbiamo attendere lacatastrofe? E’ questo che vuole Roma?”. ”Noi non ci stavamo- conclude Zaia – non ci stiamo e non ci staremo mai”.

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