Meeting Cl: Vittadini, il centrodestra guardi oltre Berlusconi

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(askanews) – Rimini, 24 ago – Tra falchi e colombe da un lato ederby editoriali dall’altro, cala il sipario sullamanifestazione di Cl dove non c’e’ stato spazio per i partitima per la politica ”alta” sulle cose concrete ed e’prevalso il sostegno al governo Letta nel tentativo disuperare le ideologie. I segnali dell’inizio di unametamorfosi nel popolo di Cl forse erano ben visibili gia’due anni fa. All’edizione del 2011 in piena bufera suimercati finanziari con l’Italia bersaglio preferito dellaspeculazione, il Meeting di Cl a Rimini si aggrappava alpresidente della Repubblica che invocava il linguaggio dellaverita’ e riservava una calorosissima accoglienza all’addella Fiat Sergio Marchionne mentre i fedeli del Meeting nonriuscirono a scaldarsi per Giulio Tremonti, allora ministrodell’economia che chiuse la kermesse di Cl parlando diVersailles, Westfalia e Vienna. E’ due anni fa che come unoschiaffo violento il paese e’ passato dal lento declino alletormenta di una crisi che ne ha messo in discussione lefondamenta economiche, politiche e sociali. Cosi’ l’annoscorso il Meeting vedeva in Mario Monti l’ancora per usciredalla crisi ma omaggiava anche Giulio Andreotti e l’anticosodalizio e si stringeva intorno a Roberto Formigoni nelpieno della bufera giudiziaria che scuoteva RegioneLombardia. Oggi il Meeting scopre e sottolinea le virtu’ delgoverno Letta. Il premier inaugura la manifestazione con unaspecie di discorso programmatico dopo quello alle Camere perla fiducia sull’esecutivo delle larghe intese. Indica lanecessita’ di riscoprire la politica alta, per poter fare legrandi scelte che servono al paese. C’e’ la conferma di un legame solido tra il capo dello Statoe il popolo ciellino. Il Meeting che chiude i battenti e’laboratorio e fotografia di un paese in piena fase discomposizione e ricerca di nuovi equilibri e riferimenti. In un editoriale il Corriere della Sera rimprovera a Cluna vicinanza troppo stretta e disinvolta con il potere marischia di essere fuorviante delimitare il movimento fondatoda don Giussani spiegandolo in termini di riferimentipolitici. Tanto piu’ oggi, in una edizione dove fanno quasipiu’ notizia le assenze rispetto ai presenti. Non c’e’ nessunesponente della Lega Nord a cominciare dal presidente dellaLombardia Roberto Maroni. Pochi politici e soprattutto pochidibattiti e discussioni sugli scenari politici. Anche lavicenda di Silvio Berlusconi e’ marginale. ”Abbiamo fattouna scelta di campo – afferma Giorgio Vittadini presidentedella Fondazione per Sussidiarieta’ e mente organizzativa delMeeting – il Meeting non vuole essere il palcoscenico perproblemi importanti ma che non sono cruciali per il paese. Almeeting c’e’ stata tanta politica, penso al presidente delConsiglio, al capo dello Stato, al presidente del Parlamentoeuropeo ma non c’e’ stato spazio per i dibattiti partitici. Non vogliamo parlare di quel tipo di politica. Siamofavorevoli alla collaborazione che sostiene il governo”. La vicinanza al governo Letta non e’ in effetti unriposizionamento politico. Da qualche anno Cl invoca unaccordo tra i due principali partiti, acerrimi avversari da20 anni. L’esecutivo di larghe intese dovrebbe presupporre ilsuperamento delle ideologie verso le quali il popolo ciellinonutre una radicale e totale avversione. Non e’ un caso chedue tra i politici piu’ rappresentative del movimento,Maurizio Lupi e Mario Mauro sono ministri del governo Letta,espressione uno del Pdl e l’altro di Scelta Civica. ”Solo ifalchi e i guerrafondai vogliono la guerra ma semplicementeperche’ non gli interessa nulla del futuro del paese” rilevaancora Vittadini. Dunque nessuno spazio allo scontro tra Pdle Pd sulla questione Berlusconi. ”La nostra posizione e’molto chiara. Ci sono le sentenze che vanno rispettate eapplicate ma ci sia l’agibilita’ politica anche perBerlusconi anche se in modo diversi. E questa non e’ unasoluzione di ripiego. Entrambi devono fare un passoindietro”. Ma il centrodestra sta pensando al dopo Berlusconi? ”Melo auguro – risponde Vittadini – lo sostengo da qualcheanno.

Il centrodestra deve parlare piu’ di programmi e meno dileadership. Vorrei un centrodestra che guardi ad Aznar e uncentrosinistra ispirato a Blair tenendo conto anchedell’anomalia italiana: Aznar e’ uscito dalla politica a 50anni, Blair a 60 e Clinton a 56. Senza rottamare nessunopero’ la carta d’identita’ deve avere una certaimportanza”.

E ancora su Berlusconi. ”Il problema – sottolinea Vittadini- non e’ se sia finito o meno. La questione e’ se ilcentrodestra ha un pensiero sulla evoluzione liberaledell’Italia”. Vittadini preferisce guardare alle cose concrete e urgentiche riguardano al paese. ”Guardo con interesse al governo incarica in particolare ad alcuni ministri che stannoragionando sui programmi, al di la’ di quanto fanno irispettivi partiti”. In questa fase di movimento eripensamento per affrontare una crisi profonda e’ indicativoanche il titolo del Meeting 2013, ”Emergenza uomo”. Se falchi e colombe agitano le acque dei partiti politicianche un movimento come Cl deve fare i conti e misurarsi condifferenze al proprio interno. Si assiste cosi’ ad una speciedi derby in campo editoriale tra ilsussidiario.net e larivista Tempi di Luigi Amicone che e’ da mettere nel campodei falchi sulla questione Berlusconi. Il giorno dell’arrivodi Angelino Alfano Tempi diffonde l’intervista a Berlusconiche uscira’ in edicola solo il 5 settembre. Ma al Meeting 2013 per la prima volta sono invitati ildirettore dell’Unita’ e quello dell’Espresso a parlare diinformazione, due testate storicamente critiche verso leposizioni di Cl. I ministri invitati devono affrontaretematiche concrete, come scuola, welfare e lavoro. Non c’e’spazio per partiti e una politica autoreferenziale. Ilministro per gli affari europei Moavero Milanesi deveascoltare le realta’ del terzo settore e del no profit cheoffrono servizi dove non arriva lo Stato, che generano unmilione di posti di lavoro ma che la politica penalizza conla nuova legge sugli appalti e le norme sull’Iva. Il Meeting2013 sembra essere una fotografia piuttosto fedele delsentimento degli italiani che fanno fatica a comprendere comele ”Cose del Palazzo” debbano prevalere sugli enormiproblemi del paese. E Raffaele Bonanni, segretario generaledella Cisl, e’ lapidario. ”Chi fara’ cadere il governo lapaghera’ cara”. did/sat/