Governo: ottimismo da Letta e Napolitano. Ma resta il nodo Berlusconi

NOV 4, 1306 -

(askanews) – Roma, 19 ago – Enrico Letta e Giorgio Napolitano conquistano il Meeting di Cl, che sembra guardare con simpatia al governo delle larghe intese, apertosi ieri a Rimini. Il premier ha difeso l’azione del suo esecutivo ostentando ottimismo: ”L’uscita dalla crisi e’ a portata di mano. E’ possibile a seconda di cosa facciamo. Se guardiamo al futuro, usciremo dalla crisi. Una crisi che e’ stata ed e’ terribile. Nessuno interrompa questo percorso di speranza che abbiamo cominciato per uscire dalla crisi”. Il Capo dello Stato, in una video intervista, ha parlato dei problemi che attraversano il vecchio continente: ”Di che cosa e’ malata l’Europa? La Ue non riesce a crescere, sta perdendo velocita’ e competitivita’ e questo e’ senza dubbio uno dei fattori fondamentali di crisi dell’Europa. Pero’, attenzione: la crisi che viviamo in Europa, e che e’ parte di una crisi globale dal 2009, viene da lontano, comincia prima”. Napolitano indica una linea da perseguire per il futuro: ”In Europa siamo in difficolta’ anche perche’ non si e’ capito abbastanza da parte delle classi dirigenti che il mondo stava cambiando e l’Europa non poteva rimanere ferma. C’e’ bisogno di essere uniti e piu’ integrati di prima, se no l’Europa rischia di essere sommersa dal processo di globalizzazione, di perdere peso in modo drastico, di avere una voce sempre piu’ flebile”. Il presidente della Repubblica pone dei traguardi da raggiungere: ”Dobbiamo saper reggere le sfide che sono quelle dell’innovazione, della competitivita’, della produttivita’ e che sono le sfide di una rimodulazione efficace del nostro modello di economia sociale e di mercato”. Letta stigmatizza l’azione di chi vorrebbe la fine dell’intesa tra Pdl, Pd e Scelta civica in tempi brevi: ”Gli italiani puniranno tutti quelli che anteporranno i loro interessi a quello comune che e’ l’uscita dalla crisi”. Poi ricorda cosa e’ accaduto nelle elezioni politiche: ”Non possiamo dire che a febbraio non e’ successo nulla. E’ successo un terremoto che ha riguardato tutte forze politiche e ha cambiato il modo di essere dei cittadini italiani. Quella e’ stata l’ultima richiesta alla politica di cambiare e noi non possiamo essere sordi”. L’obiettivo del premier resta quello annunciato nel suo discorso di insediamento alle Camere: gestire il semestre europeo a presidenza italiana che inizia nel giugno 2014 per dare nuovo impulso all’Europa politica che dovrebbe accompagnare la moneta unica e l’unificazione dei mercati, invertire le tendenze dell’economia a favore dello sviluppo e portare a termine alcune riforme costituzionali. Letta, consapevole delle difficolta’ della sua navigazione, torna pero’ a porre il tema delle norme elettorali per metterle in sicurezza nel caso si apra lo scenario di elezioni anticipate: ”La legge elettorale e’ il cambiamento piu’ urgente. Dall’1 settembre in commissione si discuta sulla legge elettorale per approvare una riforma a ottobre”. Altra priorita’ e’ l’abolizione del finanziamento pubblico ”per ridare ai cittadini il potere di dire se vogliono il loro finanziamento”. Giudizi positivi sul discorso di Letta da parte di Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, tra i protagonisti del Meeting, e Maurizio Gasparri, vicepresidente Pdl del Senato, ma entrambi non rimuovono il problema dell’agibilita’ politica di Silvio Berlusconi dopo la conferma da parte della Cassazione della condanna per frode fiscale. In particolare Gasparri, dagli schermi di SkyTg24, pone una questione destinata a far discutere: la legge Severino che prevede la non candidabilita’ dei condannati per reati fiscali non puo’ essere applicata nei confronti di Berlusconi, dal momento che il presunto reato e’ stato commesso prima dell’entrata in vigore delle nuove norme. Il Pdl avverte il Pd anche su un altro punto: se votate a palazzo Madama per la decadenza di Berlusconi dal suo ruolo di senatore, le ripercussioni sulla stabilita’ del governo saranno inevitabili. Berlusconi, lo riferisce il ”Resto del Carlino”, ha intanto telefonato a un gruppo di militanti del Pdl impegnati nella raccolta di firme a favore dell’ex premier a Bellaria, sulla riviera adriatica: ”Faro’ sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio, io resisto. Non vi faro’ fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio”. Nel Pd e’ Francesco Boccia, lettiano, presidente della commissione Bilancio della Camera, a promuovere una iniziativa che punta a rafforzare il governo. Ha scritto un documento che sara’ sottoposto ai candidati alla segreteria del Pd (finora Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Gianni Pittella) in previsione del Congresso e al gruppo dirigente del partito in cui, oltre all’appello a sostenere il governo delle larghe intese, si stigmatizzano gli errori della sinistra che sarebbe rimasta bloccata in un ”immobilismo che ha reso poco credibile un’intera generazione politica”, da qui l’impegno a trasformare il Pd in partito capace di abbandonare l’istinto all’autoconservazione. Sono gia’ arrivati i no di Civati e Pittella, mentre Cuperlo si e’ riservato un pronunciamento definitivo nei prossimi giorni dicendosi comunque contrario ”a considerare le larghe intese un progetto politico”. gar/