Governo: Alfano, Lampedusa e’ problema europeo

82 3, 1305 -

(askanews) – Roma, 16 ago – ”Non si puo’ considerare la questione dell’immigrazione a Lampedusa come un problema nazionale. La gestione di quella frontiera deve essere comune all’Europa”. Lo dichiara Angelino Alfano, ministro dell’Interno, nella tradizionale conferenza stampa di Ferragosto in cui il responsabile del Viminale fa il punto sui temi della sicurezza e fornisce i dati sull’attivita’ del proprio ministero. ”Lampedusa e’ la via d’accesso all’intera Europa”, aggiunge avvertendo che l’Italia e’ intenzionata a chiedere un impegno su scala continentale per fronteggiare le eventuali emergenze. Il ministro fornisce i dati: dall’1 agosto 2012 al 10 agosto 2013 sono sbarcati sulle nostre coste 24.277 immigrati. Un terzo di loro, 8.932, e’ arrivato in Italia negli ultimi quaranta giorni. Spiega Alfano: ”Nonostante questi numeri, l’immigrazione non e’ diventata un’emergenza ingestibile perche’ abbiamo saputo coniugare il dovere di accoglienza con il diritto alla sicurezza”. Il responsabile dell’Interno si dice soddisfatto: ”Nel centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa oggi ci sono solo 67 migranti, quest’isola e le altre dell’arcipelago delle Pelagie sono piene di turisti”. Nelle parole di Alfano prevale l’esigenza di affrontare il tema immigrazione cercando il necessario equilibrio tra obbligo di accoglienza e necessita’ di decidere chi puo’ restare sul suolo italiano. E’ una linea piu’ flessibile rispetto a quella dell’ultimo governo Berlusconi, quando a gestire il Viminale era il leghista Roberto Maroni che faceva della politica dei respingimenti, spesso criticata dall’ Europa, il centro della propria azione nei confronti degli immigrati. La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per un episodio accaduto nel 2009, quando vennero respinti verso la Libia, incuranti del loro destino, cittadini libici, somali ed eritrei che avevano dichiarato di fuggire dalle persecuzioni di cui erano oggetto nei loro paesi di origine. Il ministro fornisce i dati sulla violenza nei confronti delle donne. Circa il 30% degli omicidi commessi in un anno in Italia (505) ha avuto come vittime le donne, una percentuale che sale all’83% se si prendono in considerazione i soli delitti (45) commessi dal partner e addirittura al 100% se ci si riferisce a quelli in cui l’assassino e’ l’ ex compagno (20). Dall’entrata in vigore della legge sullo stalking sono state 38.142 le denunce presentate, di cui quasi diecimila (9.116) dal primo agosto del 2012 al 31 luglio del 2013. A denunciare nel 77% dei casi sono le donne, di cui 9.116 dal primo agosto 2012 al 31 luglio 2013. Ci si augura il recente decreto anti-femminicidio approvato dal governo possa contribuire ad arginare il fenomeno. Per quanto riguarda la mafia, nell’ultimo anno sono stati 1.697 i mafiosi arrestati. Tra loro, c’erano 78 latitanti di cui 8 ritenuti di massima pericolosita’. Nello stesso periodo sono stati sequestrati alla criminalita’ organizzata 9.569 beni, di cui 705 aziende per un valore complessivo di 3.145 miliardi di euro. Sono stati 26 i Comuni commissariati con l’accusa di infiltrazioni mafiose. Alfano si sofferma anche sulle manifestazioni anti Tav in Val di Susa che contestano il progetto di treno ad alta velocita’ che ha come obiettivo quello di collegare Torino a Lione. Dall’1 agosto 2012 al 31 luglio 2013 – dichiara il ministro – sono state 130 le manifestazioni di protesta organizzate dal movimento No Tav e in 23 di queste occasioni ci sono stati disordini. Avverte Alfano: ”In Val di Susa si sta dimostrando che quando lo Stato prende una decisione, questa non puo’ essere sabotata con azioni violente. L’opera va avanti”. Il ministro conclude ringraziando le forze dell’ordine per il loro impegno e annuncia che e’ sua intenzione porre come priorita’ al governo il superamento del blocco del turn over in questo settore. Alfano non risponde alle domande che gli chiedono di commentare la nota del Capo dello Stato relativa al caso Berlusconi e di esprimersi sull’ eventualita’ che l’ex premier possa chiedere la grazia. Si limita a dire ”Nei prossimi giorni ci saranno tante occasioni per rispondere a queste domande”. gar/mau