Scelta civica: e’ polemica su Imu, rapporti con Pdl e Ppe

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(askanews) – Roma, 13 ago – Aria di burrasca tra Scelta civica e Udc, che convivono negli stessi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato dopo aver dato vita a una lista comune capeggiata da Mario Monti nelle elezioni politiche dello scorso febbraio. Tema della discordia, tra gli altri, quello dei possibili rapporti con il Pdl rilanciati ieri da una intervista di Pierferdinando Casini al ”Corriere della Sera”. ”Casini sposa in pieno la linea del Pdl sull’Imu, prendendo per vere le promesse elettorali di Berlusconi diversamente dal richiamo alla responsabilita’ venuto ancora qualche giorno fa da Mario Monti”, dichiara Andrea Romano, deputato di Scelta civica e tra i promotori di Italia Futura, la Fondazione culturale che fa riferimento a Luca Cordero di Montezemolo. Secondo la sua opinione, Casini ”lancia l’Udc verso una nuova alleanza con il Pdl, confermando che l’unica versione italiana del Ppe non puo’ che essere quella egemonizzata da Berlusconi (Silvio, ma eventualmente anche Marina)”. Il leader dell’Udc, nella sua intervista, aveva fatto riferimento ad alcune condizioni per un riavvicinamento al Pdl: ”Siamo pronti ad assumerci la responsabilita’ di scegliere. Il Pdl non puo’ sprecare l’ occasione scegliendo una deriva avventurista. Conosco l’intelligenza di Berlusconi e so che il presidente piu’ longevo del dopoguerra evitera’ l’ umiliazione di un voto che, al Senato, lo vedrebbe pesantemente sconfitto”. Sottolinea Casini, dopo aver auspicato le dimissioni di Berlusconi da senatore: ”Se dobbiamo andare verso il bipolarismo del futuro, e creare nuove convergenze in nome delle comuni appartenenze europee del Ppe, l’atteggiamento politico del Pdl in questo momento non puo’ avere equivoci”. Sono tali affermazioni a far reagire Romano: ”Alla luce di queste e altre dichiarazioni, del tutto legittime ma del tutto lontane dallo spirito e dalla prospettiva di Scelta civica, e’ sempre piu’ urgente che vi sia un chiarimento definitivo tra Udc e Scelta civica e la fine di quel fidanzamento elettorale dal quale non e’ nata alcuna vera alleanza politica”. La prospettiva auspicata e’ che ”ognuno vada per la sua strada, allo scopo di restituire a Scelta civica piena autonomia politica e progettuale”. A difendere Casini ci pensa Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc: ”Noi abbiamo le idee chiare, ci rivolgiamo a tutti i moderati d’Italia con i quali vogliamo costruire un partito popolare sulla scia del Ppe. Andrea Romano pone oggi una questione di grande verita’: Udc e Scelta civica sono fianco a fianco nello stesso gruppo politico alla Camera. Ma: cui prodest?”. Nei giorni scorsi Mario Monti aveva difeso il governo guidato da Enrico Letta avvertendo che se si dovesse andare ad elezioni anticipate il ”cumulo di macerie travolgerebbe tutti, vincitori e vinti, anche quelli che vorrebbero far credere che la rottura e’ motivata dalla promessa di cancellare l’Imu”. L’ex premier lanciava anche un appello: ”Non soffochiamo la ripresa con una crisi sull’Imu. Scelta civica si opporrebbe, come altri, a richieste eccessive del Pdl in materia di Imu non coerenti ne’ con la situazione economico-finanziaria del Paese, ne’ con gli impegni del governo e della maggioranza”. La polemica di Romano nei confronti di Casini e’ l’ultimo episodio che indica la crisi del progetto di costruire un nuovo centro politico intorno a Scelta civica e alla personalita’ di Monti con un patto a tre tra movimento montiano, Udc e Fli di Gianfranco Fini (10,56% alla Camera, 9,13% al Senato il risultato nelle elezioni politiche). L’ ipotesi di risultare decisivi nella formazione di un eventuale governo a guida del Pd e’ stata smentita dopo il voto del 24 e 25 febbraio, da qui il problema della nuova collocazione del proprio progetto nel mutato quadro politico. All’inizio di agosto, Monti aveva addirittura minacciato le sue dimissioni dopo una riunione dei gruppi parlamentari di Scelta civica. L’ex premier, in quella occasione, stigmatizzava la tendenza della componente cattolica di Scelta civica, a iniziare dall’Udc, a muoversi autonomamente e a cercare il dialogo con il Pdl. Oggetto delle polemiche, in particolare, la partecipazione di Andrea Olivero, ex presidente delle Acli, a un convegno promosso dalla sola Udc. Alla fine della riunione dei gruppi parlamentari, Olivero annunciava le dimissioni da coordinatore politico di Scelta civica. Poche reazioni intanto dal Pdl alla mano tesa di Casini. Tra queste, quella dell’ex ministro Altero Matteoli che si augura il ritorno del leader dell’Udc nel centrodestra. gar/red