Editoria: Legnini, apriremo ai giovani le porte dei giornali

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(askanews) – Roma, 8 ago – ”Per la prima volta tutte le particoinvolte si riconoscono in una piattaforma condivisa sullaquale innestare i prossimi interventi normativi. E quandodico tutte le parti, mi riferisco non solo agli editori, maai giornalisti, ai poligrafici, ai distributori e agliedicolanti. Una condivisione si e’ estesa anche alParlamento”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidentedel Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini, nelcorso di un’intervista a La Stampa, in merito all’accordosull’Editoria raggiunto martedi’ scorso tra il governo el’intera filiera del settore. Sull’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ostacolatodalle crisi aziendali dei gruppi editoriali, Legnini afferma: ”E’ un problema per noi prioritario. Non possiamo dire chei giornali debbono innovarsi, passare all’online,corrispondere a tutte le spinte innovative prescindendo dalleassunzioni dei giovani. Ci sono dei vincoli normativi fruttodi un contesto storico molto diverso dall’attuale. Ad oggi,se io editore licenzio giornalisti non posso assumere deigiovani perche’ e’ considerato un modo di eludere le regole egravare oneri impropri sul bilancio pubblico. Ma il ricambiogenerazionale e’ una necessita’ ineludibile, indotta dalletrasformazioni in atto”. ”Guardare avanti e non indietro – dice il sottosegretarioparlando della filosofia alla quale si ispira l’accordo – E’questo il tratto distintivo che trova massima evidenza nelledinamiche relative alle crisi aziendali. Non abbiamo dettorifinanziamo tout court gli ammortizzatori sociali e iprepensionamenti, ma piuttosto che dobbiamo sostenere i pianidi ristrutturazione aziendale che vanno verso l’innovazione.

A fronte di progetti concreti, metteremo a disposizionestrumenti per l’accesso al credito, incentivi perl’assunzione dei giovani e, quindi, anche ammortizzatori esostegni all’uscita”. Alla domanda dell’iuntervistatore sui costi previsti,Legnini risponde spiegando che ”le cifre devono ancoraessere determinate e verificate e che il governo stavalutando il da farsi sul fronte delle risorse dadestinare”. ”E chi continua a sostenere – per la verita’pochi – che regaliamo soldi ai giornali si sbaglia di grossoper il semplice fatto che non e’ vero”, conclude. red-sgr/res/alf