Berlusconi:Generazione Italia, rispettare sentenza. Speriamo no condanna

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(askanews) – Roma, 30 lug – ”Se qualcuno crede che, per odio ovendetta, noi ci auguriamo che Berlusconi venga condannatodalla Suprema Corte, si sbaglia. Se il Cavaliere venisseassolto saremmo contenti, se fosse condannato non lo saremmoaffatto. Perche’ la condanna di una persona che e’ stato capodel governo italiano e del centrodestra e’ un fatto che,anche agli occhi del mondo, ci procura dispiacere, comeitaliani, cittadini e patrioti. E poi non godiamo dellecondanne altrui. A maggior ragione se il verdetto sancisse -escludendo l’effettiva reclusione – l’interdizione dagliuffici pubblici e quindi dal Parlamento della Repubblica, persentenza, com’e’ legittimo possa accadere a chiunque, e nonper esito elettorale”. E’ quanto scrive Carmelo Brigugliosul sito di Generazione Italia.

”Il fatto che siamo o siamo catalogati, diciamo cosi,’antiberlusconiani’, con qualche ragione obiettiva, comespero si riconosca, avendone pagato lo scotto, e’ questionetutta politica, che non influisce sulla questionegiudiziaria. Sul cui esito peraltro – continua Briguglio -noi non abbiamo alcuna potesta’, come tutti, in un senso onell’altro. In ambedue i casi, assoluzione o condanna,riterremo che i giudici avranno fatto il loro dovere. Inprimo grado, in appello e in Cassazione. Comunque abbianogiudicato. E riteniamo che la sentenza vada accettata comel’accettano tutti gli imputati. E rispettata dalle forzepolitiche, a cominciare da quella di cui e’ leader indiscussol’imputato”. ”Quanto al governo, se dovesse cadere per una sentenza enon per un fatto politico, significherebbe precipitare ilPaese in un meritato e forse irrecuperabile discreditointernazionale. In ogni caso vale la regola che tutti icittadini ‘sono eguali davanti alla legge’ come l’articolo 3della Costituzione prescrive e ammonisce. Il fatto chel’imputato si chiami Berlusconi Silvio, non cambia la regola.

Ne’ a favore, ne’ contro. E poiche’ tratteniamo tracce dellostile cavalleresco che ci e’ stato trasmesso da maestri eletture di cultura e politica che difficilmente il Cavalierepotrebbe apprezzare, non ci auguriamo ‘il male’ del Nemicoche pure, politicamente parlando, ce lo ha ampiamenteprocurato. Basta cosi. La parola alla Corte”, concludeBriguglio.

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