Cattolici: Balduzzi, in politica come sentinelle. Non si e’ irrilevanti

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+++I cattolici devono essere coerenti e lavorare per portaresenso alla polotica non puntare ad una societa’decorativamente cristiana+++.

(askanews) – Roma, 27 lug – Non esiste una subalternita’ deicattolici in politica. Questa impressione puo’ venire forseda una identita’ intesa come una maglietta da indossare edesibire, ma i cattolici anche in politica devono essereportatori di una sensibilita’, essere come delle sentinelle.

E soprattutto non sono in politica per essere contro, ma perpartecipare a costruire un vero pluralismo e una pienademocrazia. E per fare questo non serve un partito deicattolici ma partiti attenti alla sensibilita’ deicattolici.

E’ quanto afferma, in una intervista a Famiglia Cristiana,Renato Balduzzi, ex ministro nel governo Monti, per moltianni presidente degli intellettuali cattolici italiani(Meic), costituzionalista, ora deputato di Scelta Civica. Ildibattito sull’ispirazione cristiana in politica lo ha sempreappassionato.

D – Onorevole Balduzzi, i cattolici in politica sonosubalterni e irrilevanti?.

BALDUZZI – ”Mi sembra una polemica tutto sommato sterile,da superare. Quello che e’ diventato irrilevante e’ un modostrumentale di intendere il proprio stare in politica dacattolici, una sorta di maglietta da indossare su alcuni temio di bandiera da esibire nella dialettica politica. Invece e’sempre piu’ rilevante riuscire a introdurre domande di sensonella quotidianita’ politica, rafforzare l’attenzione ai piu’deboli e a una concezione integrale della persona umana,contro il riduzionismo dilagante. Non mi sono mai sentitosubalterno, semmai mi sento chiamato a una testimonianzasempre piu’ esigente e a una coerenza sempre maggiore tracio’ che penso, cio’ che dico e cio’ che pratico”.

D – La responsabilita’ dell’irrilevanza e’ del bipolarismoo, per buona parte, della Chiesa che dopo la fine della Dc havoluto gestire in proprio la presenza politica e ha messo daparte i laici?.

BALDUZZI – ”Come ho detto, non condivido il giudizio diirrilevanza. Cio’ posto, penso che i nostri Pastoripotrebbero sempre di piu’ investire sui laici cristianiimpegnati in politica, fidarsi di piu’ di essi e della loroarticolazione pluralistica. Non credo che un cattolico debbaostinatamente cercare e costruire le proprie identita’ controaltre. Ne’ i richiamo all’etica pubblica vanno considerati oscambiati per moralismo di maniera. L’identita’ cattolica sipuo’ definire con il concetto di sentinella. E su questopiano colgo peraltro segnali incoraggianti, anche favoritidal vento di indubbia novita’ che proviene da papaFrancesco”.

D – Davanti ai grandi numeri dell’astensionismo puo’essere una soluzione proporre un partito dei cattolici?.

BALDUZZI – ”Se non un partito dei cattolici, servirebberoalmeno partiti e movimenti nei quali sia esplicital’attenzione verso la sensibilita’ cattolica. Maritain versola fine della sia vita ha denunciato il rischio di una”societa’ decorativamente cristiana”. Il problema dunquenon e’ costruire una civilta’ che si autodefinisca cristiana,ma costruire una societa’ che renda possibile e favorisca,anche con una buona politica e con un corredo di regole, lavita spirituale. In questo modo si apre una prospettivanuova, che superi tutte quelle forme e quelle formulo sullequali in passato ci si e’ troppo divisi. Questo puo’ esserefavorito dalla creazione di momenti effettivi di produzionedi cultura politica, la vera assente degli ultimi decenni divita italiana e comunque poco presente anche nei decenniprecedenti. Con alcuni colleghi parlamentari e con personeprovenienti da professioni e storie diverse abbiamo creato aluglio l’Associazione Achille Ardigo’, che avra’ ancheramificazioni territoriali e che ambisce essere uno deimomenti di produzione di una cultura politica che stia dentrola ricca storia del personalismo di ispirazionecattolico-democratica, con un’esplicita apertura ad altreprospettive culturali, anche qui pienamente nel solco diquella tradizione”.

D – Lei e’ stato ministro tecnico del governo Monti,cattolico, ma senza mettersi mai il distintivo alla giacca.

Puo’ essere un esempio di nuova sintesi della presenza deicattolici in politica?.

BALDUZZI – ”Ho il massimo rispetto per quanti portano undistintivo. Mi ricordo la fierezza con cui il presidenteScalfaro portava quello originale dell’Azione cattolica, ealtresi’ il legame che quel segno concorse a stabilire tranoi. Oggi pero’ il distintivo, o, fuori di metafora,l’ostentazione della propria identita’ profonda rischiano diessere, in un tempo di frammentazione e di appartenenzecorte, il surrogato di un’inadeguatezza, fors’anche di untradimento o almeno di un appannamento. Nessuno, tra icolleghi di Governo, penso nutrisse dubbi sulla mia storia esulle mie opzioni, e neanche sulle preferenze etico-culturaliche stavano alla base di questa o quella presa di posizione.

Si trattava di una testimonianza a partire daicomportamenti.

A fondamento di tale stile di testimonianza c’era e c’e’ ladistinzione, che considero decisiva, tra relativismo epluralismo: il primo e’ la mera presa d’atto delle differenzedei punti di vista e delle visioni del mondo, mentre ilsecondo significa cercare la soluzione comune meno lontana daquei principi e valori plurali che sono alla base dellaconvivenza civile. Credo che i cattolici in politica sianocruciali per far vincere l’approccio autenticamentepluralistico”.

D – All’inizio dell’esperienza del governo Monti sembravache l’interesse dei cattolici per la politica fosse maggioree si riprendesse dopo una stagione di grande stanchezza. Oggisembra accadere il contrario. Qual e’ la sua valutazione?.

BALDUZZI – ”Condivido la sua valutazione. Nei primi mesida ministro avvertivo una fiducia e una speranza molto altetra i cittadini, soprattutto giovani e anziani, con cuivenivo a contatto, cosi’ alta da portarmi a pensare chesarebbe stata inevitabile una qualche dose di disillusione. Eproprio cosi’ e’ successo. Scelta Civica ha potuto soltantoin parte far tesoro di quella fiducia e di quella speranza,troppo forte essendo la reazione di molti elettori verso lapolitica e i suoi esponenti, cosi’ da mettere sotto un solocappello sia quanti correvano per la prima volta senzaportare responsabilita’ per tante carenze e inadeguatezze deidecenni precedenti, sia le forze politiche che di quellecarenze e inadeguatezze non potevano non essere chiamate arispondere. Una nuova stagione politica, volta a riconciliarecittadini e istituzioni, credo abbia bisogno di unsupplemento di attenzione: da parte delle comunita’ecclesiali, capaci di non lasciare soli quei suoi membriinvestite di cariche pubbliche; da parte di quanti rivestonotali cariche, chiamati a continuare a essere se stessi e aconservare la ricchezza delle dimensioni della vita e deimondi vitali che la compongono, quella personale e familiare,quella associativa, quella politico-istituzionale”.

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